Dal 4 al 23 ottobre 2025, la Fabbrica del Vapore di Milano apre le porte alla grande antologica “When I Was a Designer. Franco Perrotti”, a cura di Fortunato D’Amico. Oltre 1100 metri quadrati per raccontare l’universo poliedrico di un artista e designer che ha saputo trasformare la materia in linguaggio poetico, mescolando rigore industriale e libertà espressiva. Un percorso immersivo che conduce lo spettatore dentro quarant’anni di ricerca, dove arte, design e filosofia del “saper fare” si fondono in una sintesi che parla al cuore e alla mente.
Un percorso tra forma, memoria e visione
Sei stazioni tematiche ripercorrono l’intera carriera di Perrotti, dai primi anni nel design milanese fino alle più recenti sperimentazioni artistiche. Ogni sezione è un racconto autonomo: prototipi, modelli, appunti e installazioni restituiscono la tensione creativa di un pensiero in continua evoluzione. La mostra celebra anche le collaborazioni con brand iconici come Tecno, Poltrona Frau, Moroso, Faram e Airon, marchi che hanno condiviso con l’artista la ricerca di un design capace di unire funzionalità e sentimento, industria e umanità.
Rude Bravo e il sogno del design poetico
Un’intera sezione è dedicata a Rude Bravo, il laboratorio nato in Abruzzo dall’incontro tra Perrotti, Tanino Liberatore e Mario Mariano. Qui prende forma la dimensione più radicale e poetica del suo pensiero: un design libero dalle logiche del mercato, dove il progetto è prima di tutto un sogno, una visione da vivere e condividere. È lo spazio in cui il designer si fa narratore, trasformando l’oggetto in esperienza estetica, tra arte, ironia e spiritualità del fare.
Il Dissuasore e la metamorfosi dell’oggetto
A concludere il percorso, il visitatore incontra il monumentale “Dissuader”, un gigantesco piccione allegorico che diventa metafora della relazione tra uomo, tecnologia e ambiente. Acciaio, ceramica, resina e alluminio si fondono in una creatura imponente che trasforma l’oggetto di design in opera d’arte. Accanto, una videoinstallazione immersiva firmata da Bruna Rotunno, Ernani Paterra ed Enrico Di Nenno racconta la poetica del gesto creativo: la mano che plasma la materia, il pensiero che diventa forma, la bellezza che nasce dal dialogo tra tradizione e digitale.
Un linguaggio che unisce razionalità e emozione
Perrotti, formatosi tra Milano e Pescara negli anni Settanta, ha attraversato il mondo del design con spirito critico e sensibilità artistica, portando nel progetto la dimensione del racconto e della memoria. Come afferma lui stesso, “forse anche gli oggetti hanno un corpo, un’anima e uno stomaco”. La sua opera è l’alchimia di tre discipline, design, arte, artigianato, fuse in una poetica che restituisce valore all’immaginazione e alla manualità, al tempo lento delle idee e alla forza dell’emozione.
