Issey Miyake SS26: quando l’abito prende vita

Un viaggio nella moda che respira, dove l’abito vive e il corpo si lascia vivere.

a cura della Redazione

Nel cuore del Centre Pompidou, la sfilata Issey Miyake Spring/Summer 2026 ha trasformato la moda in una domanda sospesa: “E se gli abiti fossero vivi?” È da qui che parte la visione della maison giapponese, che ancora una volta ridefinisce il concetto stesso di vestire. In passerella non sfilano solo modelli, ma forme in movimento, tessuti che respirano, strutture che sembrano crescere e mutare come organismi. È un racconto di vita tessile, una sinfonia di corpi e materia che danza al confine tra arte e biologia.

Il corpo come paesaggio

La collezione esplora l’idea di un abito che guida chi lo indossa, quasi fosse dotato di coscienza. Giacche che si aprono in direzioni inaspettate, gonne che si avvolgono e si srotolano con gesti lenti, pantaloni che impongono nuovi ritmi al passo. Ogni capo è pensato per modificare la postura, per spingere il corpo a “dialogare” con il tessuto. È una moda che non vuole essere statica ma viva, un’architettura flessibile dove la pelle incontra il pensiero. Il risultato è ipnotico: i movimenti diventano coreografia, i tagli costruiscono emozione.

La poesia dei materiali

Tessuti tecnici, maglie leggere e mesh che catturano la luce si fondono in un lessico visivo quasi naturale. Alcuni abiti sembrano crescere come piante, con pannelli che si aprono come foglie o si piegano come petali sotto la pioggia. La palette gioca su toni neutri e cangianti, bianco, acciaio, terra e acqua, come se la materia stessa avesse memoria. L’impressione è quella di assistere a una metamorfosi continua, dove la moda diventa organismo e il movimento diventa linguaggio.

Un futuro gentile e umano

Nel silenzio rarefatto del Pompidou, l’energia dello show è tangibile ma mai gridata. La musica elettronica pulsa come un battito vitale, mentre gli abiti “rispondono” al ritmo. È un viaggio nel possibile, ma anche una riflessione sulla sostenibilità, sull’empatia e sull’idea di moda come presenza viva, non come consumo. La filosofia Miyake riaffiora: un design che respira con chi lo indossa, che non impone ma accompagna, che non veste ma dialoga.

L’eredità che continua

Dopo la scomparsa del fondatore, la maison prosegue la sua missione di innovazione poetica, trasformando ogni collezione in una dichiarazione di fiducia nell’equilibrio tra tecnologia e umanità. La SS26 non è solo un esercizio concettuale, ma un messaggio sul futuro del corpo e dell’abito: una danza tra forma e funzione, spirito e sostanza. La moda, per Issey Miyake, resta un atto d’amore verso il movimento, la leggerezza e la libertà.

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