Yuko Mohri incanta Milano con “Entanglements”: quando l’arte respira insieme alla natura

Un intreccio di suoni, luce e materia che trasforma l’arte in un respiro condiviso con la natura.

a cura della Redazione

Dal 18 settembre 2025 all’11 gennaio 2026, Pirelli HangarBicocca si trasforma in un universo sensoriale sospeso tra luce, suono e movimento: con “Entanglements”, la più grande personale mai dedicata in Europa a Yuko Mohri, l’artista giapponese che ha conquistato il pubblico della Biennale di Venezia, Milano diventa il cuore pulsante di un dialogo poetico tra uomo, natura e tecnologia.

Oggetti comuni che si trasformano in poesia

Pentole, ombrelli, strumenti musicali reinventati, perfino frutti in decomposizione: Yuko Mohri parte dall’ordinario per costruire straordinari ecosistemi visivi e sonori. Con una sensibilità raffinata e ironica, le sue installazioni trasformano fenomeni invisibili, come polvere, umidità o magnetismo, in esperienze tangibili, in cui lo spettatore non è solo osservatore, ma parte integrante di un flusso in continuo cambiamento.

Un percorso che vibra nello spazio

Le opere, pensate site-specific, dialogano con l’architettura industriale dello Shed creando un paesaggio immersivo. In Flutter, il moto di pesci e alghe in un acquario diventa scintilla per un concerto di luci e suoni, mentre I/O trasforma granelli di polvere e detriti raccolti dal pavimento in partiture imprevedibili. Mohri non impone un ordine rigido: lascia che casualità e improvvisazione siano parte del processo creativo, donando al pubblico la sensazione di assistere a un rito unico e irripetibile.

Filosofia, energia e memoria collettiva

Ogni lavoro porta con sé una stratificazione di rimandi culturali e filosofici. In You Locked Me Up in a Grave…, una scala a chiocciola sospesa ruota come un pianeta, accompagnata da suoni e vibrazioni che richiamano tanto il cosmo quanto il desiderio di una società nuova. Le citazioni di John Cage, l’eco delle avanguardie Fluxus e i riferimenti a pensatori come Walter Benjamin rivelano un’arte che non teme di affrontare grandi domande, ma lo fa con leggerezza, ironia e meraviglia.

Il suono come filo invisibile

Dal pianoforte che risponde ai suoni della foresta in Piano Solo: Belle-Île alle armonie create dalla decomposizione della frutta in Decomposition, la musica diventa elemento ambientale e vitale, capace di abbattere i confini tra natura, tecnologia e creatività. In questo viaggio, lo spettatore si ritrova dentro un concerto invisibile dove tutto, aria, materia, corpi e ricordi, è parte di una stessa partitura in costante evoluzione.

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