Lanvin PFW: il ritorno dell’eleganza senza tempo firmato Peter Copping

Lanvin celebra il dialogo tra passato e futuro con un’eleganza che illumina Parigi contemporanea.

a cura della Redazione

Parigi si accende di nuova luce con la sfilata Lanvin alla Paris Fashion Week, un evento che ha segnato una tappa fondamentale per la maison più antica della capitale francese. Alla guida creativa c’è ora Peter Copping, che ha saputo intrecciare con raffinata misura la memoria di Jeanne Lanvin con una visione moderna e cosmopolita, regalando al pubblico un viaggio nell’eleganza che sfida le epoche e che restituisce alla maison quella centralità che negli ultimi anni sembrava essersi affievolita.

Una passerella che unisce due mondi

La scelta di presentare un défilé co-ed, in cui uomo e donna sfilano insieme, ha sottolineato l’intento di Copping: costruire un linguaggio unico, riconoscibile e trasversale. Le silhouette femminili e maschili dialogano in armonia, trovando un filo conduttore nei tessuti fluidi, nei drappeggi architettonici e nei dettagli couture che rendono ogni capo una piccola architettura di stile. La coerenza di fondo, pur tra capi molto diversi, ha mostrato un lavoro di regia sartoriale che non vuole imporre forzature ma piuttosto restituire una visione completa, capace di includere sensibilità diverse in un unico racconto.

L’eco dell’Art Déco

La collezione ha richiamato con eleganza lo spirito Art Déco che ha segnato le origini di Lanvin: linee geometriche, ricami preziosi, inserti di paillettes e trasparenze calibrate. I colori oscillano tra i toni profondi del borgogna, il fascino metallico dell’argento e le note neutre illuminate da dettagli dorati, creando una palette sofisticata che cattura lo sguardo e riflette la volontà di ridare alla maison un’identità luminosa e riconoscibile. In questo equilibrio tra memoria e sperimentazione, ogni abito diventa quasi un frammento di storia rivisitata, con un linguaggio che celebra il patrimonio della maison senza rinunciare al dinamismo del presente.

Eleganza che diventa artigianato

Ogni look ha celebrato la maestria artigianale della maison: tessuti che scorrono come liquidi sulla pelle, tagli fluidi che avvolgono il corpo senza costringerlo, accessori che raccontano il lusso silenzioso di una moda pensata per durare. Il pubblico ha apprezzato la capacità di Copping di bilanciare la sobrietà con tocchi scintillanti, restituendo a Lanvin quell’aura di raffinatezza che l’ha resa celebre a livello internazionale. È un’eleganza che non si limita all’estetica, ma che diventa dichiarazione di identità, riaffermando il ruolo della maison come custode di un savoir-faire prezioso e allo stesso tempo motore di innovazione.

Lanvin guarda al futuro

Pur con qualche riserva sulla coesione narrativa, la sfilata ha trasmesso una certezza: Lanvin è tornata a parlare con autorevolezza al suo pubblico, puntando su un’eleganza senza tempo che si apre al futuro. Copping ha ridato alla maison una voce chiara, rispettosa dell’eredità storica ma capace di guardare avanti con coraggio e misura. In un panorama di case di moda sempre più orientate alla spettacolarizzazione, Lanvin sceglie una strada differente, basata sulla solidità e sulla coerenza, e proprio per questo riesce a conquistare un ruolo di rilievo nel calendario parigino.

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