Una notizia che sa di miracolo scientifico arriva dall’Italia e ha già fatto il giro del mondo: un uomo affetto dalla sindrome di Usher tipo 1b, una malattia genetica rara che provoca sordità dalla nascita e progressiva cecità, è il primo paziente al mondo ad aver riacquistato la vista grazie a una terapia genica sperimentale. Dopo anni di oscurità, oggi racconta di riuscire a leggere, riconoscere i volti, orientarsi anche al buio. È la prova che la frontiera della medicina non è più solo ricerca, ma un futuro che inizia a farsi presente.
La rivoluzione di un intervento unico
L’operazione è stata eseguita nel luglio 2024 all’Università Vanvitelli di Napoli, presso la clinica di oftalmologia, con un approccio mai tentato prima. I medici hanno iniettato sotto la retina due vettori virali, ciascuno contenente metà del gene mancante: all’interno delle cellule, i frammenti si sono ricomposti, restituendo al DNA la capacità di produrre le proteine necessarie al corretto funzionamento della retina. Un procedimento delicatissimo, che ha richiesto precisione assoluta e una visione pionieristica.
Un anno dopo, la luce
Se all’inizio lo scetticismo era inevitabile, oggi i risultati parlano chiaro: a distanza di un anno dall’intervento, la vista del paziente non solo è migliorata, ma si è mantenuta stabile. L’uomo racconta di riuscire a guardare la televisione, a leggere sottotitoli, a vedere da vicino e da lontano, persino in condizioni di scarsa luminosità. Prima dell’operazione, la sua percezione visiva era “meno di un decimo”, come guardare il mondo da una serratura. Oggi quel varco è diventato finestra, aperta di nuovo sulla vita.
Altri pazienti e il futuro della ricerca
Dopo questo primo successo, altri sette pazienti sono stati trattati con lo stesso protocollo tra ottobre 2024 e aprile 2025. I risultati sono ancora preliminari, ma tutti hanno mostrato miglioramenti senza complicazioni gravi. La speranza è che questa terapia, oggi sperimentale e riservata a pochi casi selezionati, possa diventare accessibile su larga scala per chi soffre di malattie genetiche oculari. La strada è lunga, ma ogni piccolo passo avvicina a una rivoluzione che potrebbe restituire la vista a migliaia di persone.
Una promessa che va oltre la medicina
La storia di questo paziente non è solo una conquista clinica: è un simbolo di resilienza e di speranza. Dimostra che la genetica, spesso associata a diagnosi inesorabili, può diventare alleata di una nuova possibilità. La vista recuperata non rappresenta solo un miglioramento individuale, ma un messaggio collettivo: la scienza può riscrivere i limiti del destino. E ciò che ieri sembrava impossibile, oggi brilla come una certezza appena nata.
