Il 18 settembre 2025, la capitale britannica ha dato il via ufficiale alla London Fashion Week Primavera/Estate 2026, trasformandosi ancora una volta in palcoscenico globale della moda. L’apertura ha segnato un momento di svolta, dove la tradizione sartoriale londinese ha incontrato la visione di una nuova generazione di designer, restituendo energia, freschezza e un senso di rinnovata vitalità al calendario internazionale.
Un’apertura che parla di futuro
La settimana si è inaugurata con lo show di Maximilian Raynor, giovane talento in rapida ascesa che ha presentato una collezione capace di unire rigore sartoriale e sensibilità contemporanea. Le sue creazioni, caratterizzate da volumi scultorei, linee nette e dettagli sofisticati, hanno catturato l’attenzione del pubblico, che ha percepito fin dal primo momento l’energia di un nuovo linguaggio stilistico. L’atmosfera in sala era carica di aspettative: Raynor ha saputo incarnare lo spirito di una Londra che guarda avanti, ribadendo come la città resti terreno fertile per chi vuole osare e sperimentare.
Tradizione e innovazione sullo stesso palco
Accanto ai nuovi talenti, il calendario ha visto sfilare grandi nomi che rappresentano il cuore della London Fashion Week. Erdem ha portato in scena il suo romanticismo ricercato, Roksanda ha giocato con drappeggi fluidi e palette cromatiche vibranti, mentre Simone Rocha ha confermato la sua maestria nel mescolare tradizione e visioni contemporanee. Questa convivenza di voci diverse è la cifra stilistica della LFW: un luogo in cui il passato dialoga con il futuro, dove heritage e sperimentazione convivono senza escludersi, rafforzando la centralità della capitale inglese nel panorama internazionale.
Il ritorno delle grandi collaborazioni
Tra le sorprese più attese di questa edizione, spicca il ritorno di H&M con una sfilata inserita nel calendario ufficiale, scelta che ha suscitato curiosità e grande attenzione mediatica. L’ingresso del colosso svedese dimostra come i confini tra lusso e prêt-à-porter accessibile si stiano assottigliando, e come Londra rappresenti il terreno ideale per dare voce a nuove contaminazioni. Il fashion show ha evidenziato l’impegno del brand nel raccontare una moda inclusiva, globale e sostenibile, capace di dialogare con le nuove generazioni senza perdere di vista estetica e contenuto creativo.
Londra come laboratorio creativo globale
La forza della London Fashion Week risiede nella sua capacità di trasformarsi in piattaforma e laboratorio di nuove idee. In questa edizione, gli stilisti emergenti come Oscar Ouyang e Lucila Safdie hanno proposto visioni fresche e audaci, introducendo codici stilistici che parlano di multiculturalità, identità e futuro. Ogni collezione ha raccontato un frammento diverso della società contemporanea, confermando Londra come il luogo dove le voci creative più disparate possono incontrarsi, contaminarsi e crescere. Non solo una settimana della moda, dunque, ma un vero manifesto globale di innovazione e libertà espressiva.
