Un guardaroba che nasce dall’ordinario e si trasforma in straordinario, tra energia urbana e sartorialità impeccabile. La città diventa palcoscenico e musa, accesa da emozione, libertà e sensualità. Calvin Klein, con la visione di Veronica Leoni, ridefinisce l’idea stessa di normalità elevandola a icona.
Un debutto che conquista la città
New York ha un’energia che travolge, e Calvin Klein ha saputo catturarla tutta. Il 12 settembre 2025, al Brant Foundation nell’East Village, Veronica Leoni ha portato in scena la sua seconda collezione per la maison americana. Non un semplice show, ma un’esperienza intima e intensa, capace di condensare l’essenza della città in un linguaggio visivo fatto di rigore, libertà ed emozione. L’idea di “clothes for life” non resta concetto astratto: si materializza in capi che raccontano storie di vita reale, di personaggi che popolano le strade di Manhattan, di donne e uomini che vivono tra il giorno e la notte, tra il privato e il pubblico. Calvin Klein, con Leoni, non veste soltanto i corpi: definisce uno stato d’animo, una nuova normalità che parla di autenticità e potere silenzioso.
Normalità che diventa icona
C’è un fascino magnetico nella collezione Spring 2026: quello di un guardaroba essenziale che diventa manifesto. Pinafore, trench coat, bathrobe, blazer e jean jacket si trasformano in nuovi codici urbani, simboli di una femminilità e di una mascolinità contemporanee, mai rigide ma profondamente libere. La lingerie invade la passerella, ma con intelligenza: slip dress impreziositi dal pizzo, top sottili e dettagli che si intrecciano con la sartorialità, fino a un abito-tweed sorprendente che ingloba le celebri fasce logo Calvin Klein. Le silhouette giocano con i contrasti: slanciate e verticali, oppure corte e rivelatrici, fino a volumi morbidi che si sovrappongono come strati di identità. I materiali sono protagonisti silenziosi: lane rigorose, jersey liquidi, sete fluide e pelli lavorate con tecniche innovative – intarsi, crochet, tagli laser che imitano il terry. Il risultato? Una collezione che rende iconico ciò che, fino a ieri, sembrava normale.
Minimalismo che vibra di emozione
Il minimalismo di Leoni non è freddo, è caldo, vivo, pulsante. La palette parte da toni neutri, bianco, nero e grigio, per poi esplodere in accenti inattesi di rosa, scarlatto, azzurro e verde felce, come lampi improvvisi di vitalità nella città che non dorme mai. Ogni look diventa un equilibrio di opposti: intimità ed esposizione, rigore e sensualità, spontaneità e costruzione. A sottolineare questo ritmo, la colonna sonora firmata da Kid Harpoon: brani pop globali intrecciati a orchestrazioni e sintetizzatori, un tappeto sonoro che ha reso l’esperienza avvolgente, quasi cinematografica. La passerella non è stata solo un percorso, ma un viaggio emozionale: lo spettatore veniva catturato, trasportato dentro l’universo Calvin Klein, invitato a sentirsi parte di quella “magnified normality” che diventa stile di vita.
Un front row da sogno
La sfilata non ha vissuto solo sulla passerella: il front row era un racconto a sé. Jung Kook, ROSALÍA, Lily Collins, Solange, Emily Ratajkowski, Naomi Watts, nomi che da soli bastano a scrivere titoli, ma che insieme hanno trasformato l’evento in un momento epocale. Le star osservavano, applaudivano, si lasciavano trasportare dalla collezione indossando a loro volta Calvin Klein, incarnandone la filosofia. Accanto a loro, volti storici della moda come Bethann Hardison, Mario Sorrenti e Nina Garcia, insieme a nuove voci creative e digital icon come Aimee Song e Leonie Hanne. Era come guardare un’unica, grande community globale, riunita sotto il segno del minimalismo sofisticato di Calvin Klein. Una celebrazione collettiva in cui moda, cultura e lifestyle si sono fusi, lasciando il pubblico con la certezza di aver assistito a un momento che segna la stagione.
