Il fascino eterno delle icone

Questo numero è un viaggio tra icone diverse ma unite da un filo comune: la capacità di incidere, di ispirare, di restare

di Marco Gennari

Il break estivo è ormai alle spalle. Le giornate si fanno più brevi, la luce del sole si attenua, e insieme a lei torna il ritmo delle nostre abitudini quotidiane, che siano legate al lavoro o allo studio. Settembre, da sempre, rappresenta un nuovo inizio, un momento di passaggio che profuma di rinascita e di cambiamento.

La recente scomparsa di Pippo Baudo, avvenuta il 16 agosto, mi ha portato a riflettere sul significato profondo di un concetto che da anni accompagna il numero di settembre: quello di icona. Essere un’icona non vuol dire soltanto diventare celebri, ma trasformarsi in un simbolo, in un punto di riferimento collettivo, in una voce capace di superare il tempo. Pippo Baudo lo è stato per intere generazioni: maestro di conduzione, ma soprattutto esempio di eleganza e rispetto, qualità oggi sempre più rare.

Con questo spirito, apriamo il sipario su un settembre che celebra proprio le icone in tutte le loro sfaccettature. Quelle del cinema, innanzitutto, con l’82ª edizione del Festival di Venezia che si apre con il nuovo film di Paolo Sorrentino, Grazia, ancora una volta in sodalizio con il suo fedele interprete Toni Servillo, vera colonna portante del suo cinema. Quest’anno, a condurre il Festival sarà Emanuela Fanelli, definita “conduttrice” e non più “madrina”, a testimonianza di un cambiamento di linguaggio che riflette un mutamento culturale più ampio. Sul red carpet, come sempre, sfileranno grandi nomi: stelle internazionali e nazionali che con la loro presenza alimentano il mito di questo appuntamento unico.

Ma le icone non appartengono solo al cinema. Le ritroviamo anche nella musica, che in questa stagione ci offre il ritorno di protagonisti affermati e l’affermazione di nuove voci pronte a diventare simboli generazionali. Dalla leggerezza pop alla profondità cantautorale, passando per i grandi ritorni degli anni Ottanta, la musica ci ricorda che un’icona è tale perché sa restare viva nel tempo, reinventandosi senza perdere la propria essenza.

E poi la moda, che da New York a Milano, da Londra a Parigi, torna a dettare i codici estetici che influenzeranno i mesi a venire. Le fashion week, ancora una volta, non sono solo passerelle, ma palcoscenici globali in cui lo stile diventa linguaggio, narrazione, manifesto. La moda è forse la forma più immediata di iconicità: ciò che indossiamo, come scegliamo di apparire, è la nostra dichiarazione al mondo.

L’arte, il teatro, la cultura completano questo mosaico. Le mostre, i grandi spettacoli, le interpretazioni teatrali che animeranno questo autunno non hanno bisogno di essere elencati per essere riconosciuti: sono lì, pronti a guidarci, a ricordarci che un’icona è tale solo se riesce a parlare al presente restando fedele al proprio passato.

Questo numero è dunque un viaggio tra icone diverse ma unite da un filo comune: la capacità di incidere, di ispirare, di restare. E accanto a questi percorsi troverete anche le nostre rubriche, i focus e gli approfondimenti che rendono questo magazine un osservatorio privilegiato sul mondo del lusso, dello stile e della cultura contemporanea.

Buona lettura!

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