Una storia rivoluzionaria, fatta di successi
Un omaggio alla carriera di Beckett, Premio Nobel per la Letteratura nel 1969 e autore di famose opere tra cui “Aspettando Godot”, “Finale di Partita” e “Giorni Felici”. Vengono sprigionati tutti i suoi tratti, i più intimi e intrinsechi della sua personalità, anche quelli che non c’entrano con il suo lavoro artistico, ma con la sua vita privata e il suo carattere. Si scopre un Beckett inedito, un marito infedele, amante della buona cucina, piuttosto solitario, che non ama stare in compagnia; vengono rivelate le sue amicizie e i suoi rapporti interpersonali, come la sua amicizia con James Joyce.
Un’opera, un film che ripercorre i momenti più importanti e focali della vita dell’artista in modo sincero e fedele alla realtà. La mimica, i silenzi, le riflessioni e i dialoghi con le persone sono al centro di tutto, sono il fulcro e la colonna portante dell’intera pellicola. Un film sobrio, delicato, senza troppi colpi di scena, lineare, che non osa troppo, senza rischi, omogeneo.
Alcune note sul film
Un connubio di fantasie, emozioni, passioni e sentimenti. Un film che offre un’ottica del tutto nuova su Beckett; una visione a cui ancora non si è abituati, che racconta i suoi amori, i suoi sensi di colpa verso le donne che lo hanno amato e affiancato, il suo rapporto con una madre autoritaria.
La sceneggiatura riesce a risultare allo stesso tempo ironica e drammatica, sicuramente leggera e tutt’altro che pesante. L’umorismo è l’elemento chiave, così come l’ironia. Ad affiancare Samuel Beckett altri personaggi di spicco tra cui Sandrine Bonnaire, Maxine Peake, Aidan Gillen e Bronagh Gallagher. La regia è di James Marsh e la sceneggiatura di Neil Forsyth.