In Zona d’Ombra, Will Smith ricerca la verità

Da “La ricerca della felicità” alla ricerca della verità: in Zona d’Ombra, nuovo thriller drammatico con Will Smith e diretto da Peter Landesman, il popolare attore torna ad interpretare un ruolo forte e d’impatto, come siamo abituati a godercelo.

Il film tratta di una storia vera, quella del Dr. Bennet Omalu, neuropatologo forense che scopre una verità molto scomoda in merito alla NFL e al football americano: le gravi conseguenze alle quali vengono esposti i giocatori, continuamente soggetti a traumi e colpi al cervello, che portano a sviluppare la CTE (Encefalopatia traumatica cronica).

Il business dello sport viene messo sotto accusa quando, come in questo caso, la salute dei players non viene salvaguardata a fronte di ingenti interessi politici, sociali e culturali. La malattia, che provoca una degenerazione progressiva del cervello causata dai continui traumi, viene alla luce inizialmente grazie all’autopsia sul “centro” Mike Webster, e prosegue con ulteriori indagini svolte sulle morti di altri campioni del Pittsburgh Steelers.

Il compito del Dr. Omalu fu quello di convincere l’istituzione sportiva del pericolo di questo sport, nonostante la faccenda venne presa poco in considerazione. In questa pellicola, Will Smith (nel cast con Alec Baldwin e Luke Wilson) interpreta un immigrato africano che cerca di farsi accettare proprio dalla società americana, intrecciando così il suo bisogno di appartenenza alla coscienza della verità, due elementi che andranno a scontrarsi.

In Zona d’Ombra, come si evince dalle parole dello stesso regista, il fine ultimo non è quello di allontanare dallo sport e dal football americano, ma semplicemente di rendere note le conseguenze del praticarlo al fine di compiere una scelta consapevole.

di Jessica Landoni

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