Le due anime di Foscarini

All’interno di Euroluce, il settore del Salone del Mobile dedicato all’illuminazione, Foscarini accoglie i visitatori con un guscio severo di light-boxes contraddistinte da una maxi decorazione del logo aziendale.

Il designer Ferruccio Laviani – che si è occupato della realizzazione – ha pensato di mostrare le svariate sfaccettature di Foscarini: solcato il perimetro, che riflette il rigore tecnico e la ricerca tecnologica, ci si trova in uno spazio quasi museale, fatto di teche di cristallo dove sono celate le nuove proposte dell’anno.

L’interno, invece, si presenta con un aspetto molto più soft ed accogliente, al fine di raccontare l’anima creativa, l’arte e la cultura del design. Qui si sfoggia il ricco bagaglio di novità per il 2017. I nomi non sono certo nuovi per Foscarini, ma le new entry progettuali sono tante, come Filo di Andrea Anastasio, dalla forma destrutturata, Cri Cri, una lampada considerata nomade perchè senza cavi progettata da Studio Natural, e poi Plena di Gargioni e Albouy, sottile e leggera.

Spostandosi tra Via Pontaccio e Via Fiori Chiari, in zona Brera, lo Spazio Foscarini si svuota per lasciare libera interpretazione all’allestimento firmato Giovanni Maria Filindeu. Il titolo, Fare Luce, ruota attorno al concetto di quanto la luce sia fondamentale in architettura. Il percorso si snoda in sei ambienti distinti in cui la musica – studiata appositamente – stimola un lavoro sensoriale ed emotivo. “La luce offre all’architettura un significato dello spazio per la sua trasformazione” afferma Filindeu, ecco perchè la si potenzia come un dono, come energia, e come componente tangibile di un luogo.

di Silvia Fabris

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