Intervista a Matteo Manassero, giovane ed elegante stella del golf

Eleganza e sport sono un connubio davvero perfetto e lo sa bene Matteo Manassero, 24 anni e già stella del golf, che dal 2010 detiene il record di più giovane vincitore dello European Tour. Il giovane atleta non sbaglia davvero un colpo sia sul campo che nello stile. Ecco cosa ci ha raccontato:

I suoi primi colpi a golf cominciano a soli 3 anni, a 16 vince il British Amateur Championship e viene considerato fin dagli esordi una grande promessa. Cosa lo ha portato ad avvicinarsi a questo sport così precocemente?

Mio padre iniziò a giocare a golf proprio poco dopo la mia nascita, si appassionò subito, mi trasmise questa passione e fu così che cominciai anche io. I primi passi li feci sulle orme dei grandi campioni che guardavo in televisione e con i primi colpi cominciai a 3 anni, in un campo pratica a Verona.

Quanto ha influito sulla sua carriera detenere il record di più giovane vincitore dello European Tour?

Ritengo che, se lo ha fatto, potrebbe aver influito su punti di vista che a me non importano particolarmente, sicuramente non sul gioco in sé. Per me quel titolo è sempre stato un grande onore, ma ammetto di essermi sentito felice e soddisfatto più per la vittoria in sé che per il record, a cui in verità non avevo mai mirato. Ovviamente non nego che sia stata una piacevolissima sorpresa.

Nel corso della sua carriera ha partecipato a svariati tornei che l’hanno portata a toccare quasi ogni continente. Di quale esperienza conserva migliori ricordi?

Il paese che ho trovato più affascinante è sicuramente l’Australia; tuttavia le esperienze più belle  che ho vissuto sono sicuramente avvenute in Gran Bretagna. Un paese in cui ho ottenuto due successi importanti e dove il golf  è cultura e, quindi, assume un’atmosfera del tutto speciale.

La vittoria più sudata?

La vittoria al BMW PGA Championship a Wentworth è stata senza dubbio quella più difficile e la più sofferta, anche per la durata della gara e per le condizioni non sempre favorevoli durante i 4 giorni di torneo.

Parliamo del suo rapporto con i colleghi. Quali sono quelli che stima di più o con i quali ha instaurato i migliori legami?

Ho grande stima dei fratelli Molinari, che mi hanno aiutato nell’ingresso al mondo pro; miei cari amici sono Renato Paratore e Nino Bertasio insieme a qualche altro ragazzo straniero, come Pablo Larrazabal e Alex Levy, con i quali ho un ottimo rapporto.

Da sempre il golf è considerato sinonimo di eleganza e classe. In che modo interpreta questo concetto e come influisce sulla sua performance atletica?

Eleganza e golf vanno di pari passo ed è un aspetto che curo abbastanza. Mi fa sempre piacere essere vestito bene, tuttavia cerco di abbinare il tutto anche alla comodità nel gesto golfistico.

Il capo d’abbigliamento irrinunciabile per scendere in campo.

Da quando ho iniziato a giocare nel mondo professionistico, l’ultimo giorno di gara uso sempre pantalone verde e maglia bianca. Ho cominciato prendendo spunto dal mio giocatore preferito Seve Ballesteros ma ora è diventato un rito quasi scaramantico!

La redazione ringrazia Matteo Manassero per la sua disponibilità e gentilezza.

di Gaia Lamperti

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