Les Hommes, in passerella i “guerrieri metropolitani”

I due designer belga, Tom Notte e Bart Vandebosch, fanno sfilare in passerella alla Milano Fashion Week dei veri e propri “guerrieri metropolitani”. Per l’Uomo Primavera/Estate 2018 di Les Hommes viene abbandonata l’idea classica dell’abito e della camicia, sostituita da tank top morbidi e fluidi e pantaloni che si muovono tra due opposti: baggy e taglio classico, in formato XL, e pantaloncini larghi o al ginocchio abbinati a stretti leggings di pelle.

Un’ispirazione che si rifà alla cultura dell’Est con chiari riferimenti asiatici, racchiusa in un guardaroba che mixa tradizione ma allo stesso tempo protende verso sguardi visionari. Dettagli innovativi si sovrappongono; lacci, stringhe, cinture e applicazioni  creano configurazioni geometriche e danno vita ad “un’armatura urbana” confortevole, accogliente e straordinariamente contemporanea, grazie anche alle silhouettes oversize e giochi di contrapposizione dei capi.

I bomber presentano decorazioni e simboli chiaramente provenienti dalla tradizione del Sol Levante. Le nuances che dominano sono il bianco, il nero e un inedito color sabbia; tonalità basiche affiancate ad una lavorazione jacquard che coesiste in due stampe, tema leopardo e bambù d’ispirazione orientale che imprimono vitalità, movimento, ed esaltano l’essenza indomita di questi “guerrieri metropolitani” .

La pelle viene utilizzata in gran quantità, anche in total look, per conferire la rigidità e la resistenza tipiche dei costumi dell’epoca. Gli accessori includono sei diversi tipi di gioielli, con richiami vintage ma di spirito underground; in passerella sfilano dai più classici orecchini fino a cicatrici shiny da applicare alla bocca. Immancabili le sneakers con larghe fasce ornamentali, che aggiungono un tocco streetwear e definiscono il look dell’uomo di Les Hommes.

Il brand rimane fedele a se stesso utilizzando in modo estremamente consapevole tessuti leggeri e strutturali, in una collezione che permette di affacciarci ad un mondo ormai superato, ma che viene riportato all’interesse dello spettatore contemporaneo in una nuova forma decisamente affascinante.

di Annamaria Aufiero

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