Io merito l’amore?

Ma io merito l’amore? Di volermi bene, di trattarmi e farmi trattare con rispetto, di conoscere l’amore, di essere felice?
Lo psicologo William James è stato uno dei primi a studiare il fenomeno dell’autostima, mettendo in luce che, mentre alcune persone con scarse capacità sembravano godere di una buona e solida sicurezza di sé, altri, apprezzati e valorizzati da tutti, tendevano invece a diffidare delle proprie qualità intrinseche, mostrandosi sostanzialmente insicuri.

Ognuno di noi possiede un livello di autostima che dipende da svariati fattori: qualità delle prime relazioni con i genitori e con le persone significative, esperienze di vita; ma anche aspetti legati al temperamento, che è innato. L’autostima è una componente estremamente individuale ed è il prodotto della semplice domanda: “Cosa penso io di me?” Alcuni autori, come Alice W. Pope (1992), affermano che la stima di sé trarrebbe origine dal confronto tra l’immagine che ognuno ha di se stesso e l’immagine di ciò che vorrebbe essere.

In questo senso, tanto maggiore è la discrepanza tra il “come ci percepiamo” e il “come vorremmo essere”, tanto più ci sentiremo inadeguati, insicuri e insoddisfatti. L’autostima è solo una componente del nostro benessere psicologico, ma riveste un ruolo decisivo nell’influenzare le nostre scelte e i nostri percorsi di vita.

A causa della loro incertezza cronica, le persone con scarsa autostima tenderanno ad evitare di scegliere e di agire, per un eccessivo timore di sbagliare. Non solo. Sperimenteranno anche una maggiore difficoltà ad abbandonare situazioni dolorose e vivranno ogni insuccesso con intensa sofferenza, attribuendolo esclusivamente ad un’inettitudine personale. Analogamente, ogni successo tenderà ad essere sminuito e poco considerato.

Che fare se si è “affetti” da bassa autostima?
La mossa vincente, come sempre, è quella di lavorare sulla consapevolezza di sé, cercando di mettere a fuoco i propri valori fondamentali e le proprie priorità. Le persone insicure, infatti, spesso tendono a confondere i propri bisogni con quelli degli altri, cercando un’omologazione.

Importante è anche entrare in contatto con le proprie emozioni distruttive, riconoscendone il ruolo nelle nostre scelte. Talvolta riusciamo ad essere i migliori sabotatori di noi stessi. Soffermandoci solo sugli aspetti negativi, tendiamo anche inconsciamente a cercarne conferma attraverso esperienze di fallimento.

Volersi bene non è qualcosa che ci è dato dalla nascita. E’ qualcosa che impariamo, giorno per giorno, solo vivendo.

 

 

Dott.ssa Laura Tirloni – Phd in psicologia

1 Comment

  1. Bellissimo articolo dott.ssa Tirloni , perché sintetizza efficacemente aspetti del rapporto con se stessi e quindi con gli altri. Fondamentale la confidenza con se stessi intesa come consapevolezza delle proprie emozioni, soprattutto quelle negative e di come queste guidino le nostre scelte soprattutto se derivanti da esperienze precoci che abbiano determinato rinunce e fatto accantonare i propri desideri. La parte più abitudinaria di noi avrà buon gioco a rovinare tutto per ricollocarci nella rassicurante e nota area della rinuncia e del fallimento rinunciando ancora all’amore in senso lato.

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