L’uomo cambia nella sua società

Gli uomini hanno attraversato un processo di cambiamento che va di pari passo con i processi di cambiamento culturale e sociale e che quindi coinvolgono tutti gli esseri umani.

Le spinte sociali che volevano l’uomo una figura dominante, fiera, aggressiva “tutta d’un pezzo”, il cosiddetto “uomo che non deve chiedere mai” hanno via via ceduto il passo a modelli più flessibili, con i quali gli uomini possono identificarsi. Ma hanno anche favorito tendenze più estreme: l’uomo femminilizzato, sempre depilato, sempre curato nell’aspetto, che ricorre sempre più alla chirurgia estetica; un uomo disorientato.

Inoltre, scavalcando i limiti culturali, le donne hanno cominciato a diventare più competitive, a rifiutare il ruolo di spalla e ad acquisire un senso critico che più facilmente tende a far emergere aspetti meno idealizzati del maschile. Il risultato è che gli uomini perdono quella posizione privilegiata di cui godevano in passato e trovano più difficoltà a conservare potere, dominanza e credibilità agli occhi dell’altro sesso e ai propri. Bisogna anche considerare che tendenzialmente gli uomini sono portati a cercare soluzioni pratiche ai propri problemi, ponendo una certa resistenza ad entrare in rapporto più profondo con la propria intimità.

L’uomo in crisi, minacciato dalla perdita della propria identità, può reagire innalzando barriere per difendersi, attaccando prima di essere attaccato, chiudendosi per evitare il confronto. Generalizzare, schematizzare, semplificare la realtà e incasellare i dati di ciò che si vive in categorie rigide, crea un’illusoria sensazione di sicurezza e di controllo sulla realtà. Che è rigidità appunto, ma non forza.

Allo stesso tempo, sono sempre più le donne che decidono di investire su se stesse e sul proprio valore, rifiutando l’idea di disperdere le proprie energie nel tentativo di far cambiare il proprio uomo, il che può portare ad un ulteriore distacco e a maggiori difficoltà di comprensione reciproca. In questo modo, purtroppo, rischia di venir compromessa la possibilità di approfittare del cambiamento nel ruolo della donna per costruire relazioni meno scontate e banali, più uniche, più libere e svincolate da stereotipi sociali. Figure femminili e maschili stanno vivendo i primi e sgrammaticati passi di una lunga trasformazione.

Abbandonati gli estremi, cui società e necessità economiche e modelli comportamentali li avevano relegati per secoli, procedono verso un nuovo equilibrio che si accompagnerà a differenze e ruoli rivisitati. Anche se adesso a predominare è la confusione e lo scambio continuo delle parti, come è sempre successo, l’evoluzione troverà un suo nuovo quadro d’insieme che dia la massima stabilità possibile. Con poca pace di chi è adesso nel pieno della rivoluzione.

 

di (Laura Tirloni)

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