Il vaccino contro il virus HPV

È vero che noi italiani siamo un po’ ipocondriaci, ma questo ci porta spesso innegabili vantaggi. Uno di questi è la vaccinazione contro il virus HPV che miete tuttora intorno alle 1000 vittime all’anno per il carcinoma della cervice uterina. L’Italia è, infatti, al momento attuale l’unica nazione europea a vaccinare tutte le bambine nella fascia di età dagli 11 ai 12 anni contro l’infezione da papilloma virus.

Cos’è il papilloma virus, o meglio, cosa comporta l’infezione da HPV (Human Papilloma Virus)?
Il papilloma virus è praticamente l’unico fattore responsabile di tutti i tumori del collo dell’utero, è infatti la causa del 100% di questi tumori. E’ un virus di forma tondeggiante di cui si conoscono parecchi tipi che possono infettare sia la cute che le mucose. Quelli della cute vengono considerati a basso rischio e sono i responsabili della produzione delle verruche, mentre quelli che infettano le mucose sono considerati ad alto rischio, ovvero sono molto più pericolosi. Si contraggono con i rapporti sessuali, anche quando non sono completi, e anche con l’uso del preservativo, che può non riuscire a proteggere completamente.

Si considera che il 70% delle donne contragga nel corso della vita una infezione da HPV, ma nella grande maggioranza dei casi questa scompare spontaneamente, rendendo per ciò l’infezione asintomatica. In alcuni casi, invece, l’infezione rimane, forse per difese immunitarie inadeguate, e specialmente nelle donne che fumano.
In questo caso, si viene a formare una lesione che solo dopo molto tempo andrà incontro alla formazione di un tumore. La latenza del virus nel produrre forme tumorali permette di riuscire a scoprire l’eventuale pericolo sottoponendosi periodicamente al pap-test. Ma il virus presenta questa stessa latenza anche nella prima manifestazione, tanto che può essere evidenziabile anche anni dopo il momento in cui ci si è infettati, il che significa che quando ci se ne accorge il “colpevole” del contagio potrebbe essere anche un partner precedente rispetto a quello attuale.

Fino a poco tempo fa si credeva che gli uomini fossero portatori sani e non potessero venir colpiti da questa forma di infezione, mentre ora si è visto che i condilomi della mucosa dei genitali maschili dipendono da questo stesso virus, che può essere causa anche dei tumori della prostata. L’HPV può inoltre infettare anche il cavo orale, l’esofago, la laringe e l’ano.

Abbiamo detto che l’infezione decorre quasi sempre asintomatica nelle fasi iniziali, e solo dopo un lungo periodo può portare a dei sintomi quali: sanguinamento, perdite maleodoranti, dolore al basso ventre e alla schiena, sangue nelle urine e dolori a urinare, per cui, se le nostre difese non sono bastate a eliminare l’infezione e prima di giungere a tutto questo, quali sono i metodi di indagine che possiamo utilizzare?
Il miglior metodo è quello di sottoporsi ogni anno al pap-test, che darà al medico il quadro della situazione e gli permetterà di intervenire se scoprirà qualcosa di pericoloso. Se il virus è riuscito a creare una piccola lesione, questa verrà escissa chirurgicamente o col laser, metodica che riesce a eliminare quasi sempre l’infezione e a scongiurare completamente la possibilità che si formi un tumore. Per avere la certezza assoluta che il virus sia scomparso, bisogna ricontrollare a distanza di un certo periodo di tempo con un altro pap-test, che darà risultato negativo alla ricerca di HPV.

In rarissimi casi, però, potrebbe capitare che ci fosse ancora una positività al virus, che generalmente andrà scomparendo nel tempo e quasi mai necessiterà di un ulteriore intervento. Questa terapia non pregiudica affatto la possibilità di una gravidanza, e nemmeno di averla assolutamente normale. Oggi, per fortuna, con la vaccinazione, possiamo scongiurare ogni nuovo contagio e speriamo che a breve, e nelle nuove generazioni, la possibilità di infettarsi ancora raggiunga il punto zero.
(di Marina Zaoli)

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