Conoscersi meglio per amarsi di più: la donna

Dopo aver illustrato gli organi genitali maschili, passiamo ora alla descrizione di quelli femminili, dato che, come abbiamo già avuto modo di considerare, il sapere come siamo fatti, la conoscenza del nostro corpo, è già di per sé un grande aiuto per farlo funzionare e per padroneggiarlo sempre meglio.

E perché no? anche per amarlo e curarlo di più. Una donna ha forse proprio bisogno di conoscersi a fondo, nel particolare della sua corporietà, per apprezzarsi, per superare i tabù e soprattutto per sapere cosa si vuole.

Partendo dalla vulva che è la parte esterna dei genitali femminili. Si trova sotto il monte di Venere che è il cuscinetto adiposo e ricoperto di peli che sta al di sopra della sinfisi pubica (la parte davanti e in basso delle ossa del bacino). E’ formata dalle grandi e dalle piccole labbra.
Le grandi labbra sono più esterne, sono ricoperte da una peluria e hanno delle ghiandolette la cui secrezione particolare dà l’odore caratteristico dei genitali femminili, che è generalmente un’ attrattiva sessuale per il sesso maschile. Le grandi labbra tendono a combaciare tra loro, proteggendo così la parte interna della vulva, ovvero (dall’avanti verso il dietro) il clitoride, l’orifizio uretrale (il piccolo foro da cui esce l’urina, che a volte può essere un po’ irritabile) e le piccole labbra.
Le piccole labbra sono più interne e circondano l’apertura vaginale.

Il clitoride (si può dire sia il clitoride che la clitoride, ma si tende di più ad usare il termine al maschile, che è una modalità derivata dal francese) è formato da una parte esterna ed una interna. L’esterna è l’omologo femminile del glande ed è infatti la parte più sensibile dei genitali femminili essendo sede di una fitta rete di terminazioni nervose. Non per niente in greco clitoride significa: chiave, perché è proprio da qui che parte l’orgasmo.

La parte interna, come nei corpi cavernosi maschili, è formata da tessuto erettile che, al momento dell’eccitazione sessuale aumenta, raddoppiando le sue dimensioni e passando quindi da dai 2-3 cm di lunghezza ai 4-6. In questo allungamento viene trascinata anche la vagina, motivo per cui, se si inizia il rapporto senza i sufficienti preliminari, si sente che il pene tocca il fondo della vagina. I corpi erettili femminili, però, a differenza di quelli maschili che sono uniti tra loro, formano un arco che circonda in parte la vagina, e, nel momento in cui vengano eccitati, possono anche cambiare sede e avvicinarsi meglio alla parete vaginale, venendo a creare quella zona fortemente sensibile che è stata definita punto G.

L’imene è una sottile membrana di tessuto che serve nelle bambine per proteggere l’orifizio vaginale. Al primo rapporto sessuale, infatti, viene lacerato (e generalmente, salvo particolarità individuali, la sua lacerazione non è un evento né così complicato né così doloroso come può venir raccontato). E’ stato fonte di grande attenzione nella storia, in quanto la sua integrità garantiva la verginità, ovvero l’assenza di precedenti rapporti sessuali.
L’imene, però, si può anche lacerare con l’esercizio sportivo o gli assorbenti interni.
Il suo nome è quello del dio greco che era protettore dei matrimoni.

La vagina ha la forma di un canale le cui pareti, muscolo-membranose, in condizioni di riposo collabiscono tra loro. La sua mucosa interna è detta ‘tunica’ ed è un tessuto spesso e solcato da ampie pieghe sia longitudinali che trasversali. La sua lunghezza è di circa 8-9 cm a riposo e raddoppia durante l’eccitazione e i rapporti sessuali. Le sue pareti sono molto elastiche (per permettere il passaggio del bambino durante il parto) e trasudano liquidi di lubrificazione che aumentano notevolmente durante i preliminari e l’atto sessuale. Oggi si è visto che in alcune donne può esserci un punto della parete con una concentrazione molto forte di cellule simili a quelle della prostata maschile che, specialmente in presenza di ormoni, se stimolate, si comportano esattamente come la prostata e al momento dell’orgasmo emettono del liquido, a volte anche a spruzzo, che mima l’eiaculazione maschile.
Questo fenomeno viene detto “squirting”, o viene anche chiamato ‘eiaculazione femminile’. Le cellule delle pareti vaginali contengono glicogeno che, con l’azione della flora batterica che vive lì, producono acido lattico, che impedisce la crescita di germi patogeni al suo interno. Motivo per cui troppe irrigazioni vaginali non sempre sono positive perché possono distruggere la flora e produrre irritazioni e infiammazioni. La parete vaginale non contiene ghiandole e nemmeno terminazioni nervose particolari!!!!! (motivo per cui non è il caso di complessarsi se, solo con la sua stimolazione, non si sente assolutamente nulla). Bisogna infatti, come detto sopra, per produrre un orgasmo vaginale, che siano i corpi cavernosi della parte alta del clitoride che si avvicinino alla parete della vagina.
In vagina si raccolgono anche le secrezioni della cervice uterina, quelle secrezioni che, al momento dell’ovulazione aumentano e diventano più filanti.

Le ghiandole del Bartolini poi, poco conosciute,si trovano in entrambi i lati del canale vaginale. I loro dotti si aprono nell’angolo tra le piccole labbra e l’inserzione dell’imene e secernono un liquido spesso e chiaro.

 

di (M.Z)

 

Lascia un commento

Your email address will not be published.