Design e Psicologia: significati palesi e nascosti

Quando osserviamo un oggetto di qualunque tipo, un vaso, un’auto oppure un edificio, stiamo osservando prima di tutto una “forma” e una “frequenza” (il colore). Il nostro cervello in quel momento lavora attraverso la percezione e la cognizione per operare un riconoscimento dell’oggetto in questione e attribuirgli un senso grazie a caratteristiche ben specifiche, come forma e colore per l’appunto.

La psicologia che entra in gioco è pertanto quella cognitiva, legata ad aspetti specifici della percezione umana. Questo fa riflettere sull’importanza della psicologia nell’ideazione e produzione industriale di oggetti; essa infatti svolge un ruolo primario, attraverso la comprensione della direzione dell’evoluzione della società, nel prevedere i futuri bisogni delle persone e scegliere quindi come soddisfarli al meglio.

Ma qual è l’identikit del consumatore tipo? Innanzitutto stiamo parlando di una persona e, pertanto, di un essere complesso, soggetto a tutti quei meccanismi mentali, cognitivi e comportamentali, che la psicologia studia e cerca di capire. Ecco perché i creativi di tutto il mondo basano le loro idee e le produzioni sui gusti e le tendenze della società odierna. Scegliere un oggetto piuttosto che un altro è dettato dalla personalità del cliente che sta effettuando l’acquisto, che si basa su precedenti esperienze, aspettative e desideri personali.

Gli oggetti sono un prolungamento dell’individuo, un’estensione, per così dire, della sua costituzione psico-fisica (ricordiamo la famosa copertina di Linus); parliamo di una sorta di catarsi personale attraverso materiali concreti, con una loro tattilità e consistenza, che racchiudono al loro interno significati lampanti.

Da sempre l’uomo, mediante simboli e forme, ha cercato di esprimere concetti, condividere pensieri e idee, di creare legami solidi ai fini sia della sopravvivenza che della sperimentazione del piacere attraverso l’estetica della forma. Ad oggi, tutte le moderne arti visive si avvalgono degli studi di neuroestetica (relativa alle basi cerebrali della fruizione estetica) per attirare a sé il maggior numero di pubblico possibile e fare sì che il mercato resti in continuo movimento.

Tutti noi siamo catalogati e inseriti in categorie specifiche a seconda di gusti e inclinazioni, e in base a questo vengono quindi ideati e prodotti oggetti e beni di nicchia o di largo consumo. Ogni volta che compriamo un accessorio, vi è qualcuno alle spalle di tale processo che studia i nostri gusti, li memorizza e cerca di realizzare soluzioni nuove proprio in base a quanto riportato dall’utenza. Siamo attratti dalla bellezza del design, bramata tanto quanto un’opera d’arte.

di Sabrina Burgoni

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