SAPORE DI MARE e di Nostalgia

 

Come sarebbe bello immaginare un’estate colma di nuove esperienze, avventure, amori da spiaggia, amicizie inaspettate, focolari notturni, danze e scorribande.

Come sarebbe bello immaginare di arrivare sotto l’ombrellone ogni giorno sapendo che tanti compagni, nuovi amici, ci stanno aspettando per prendere insieme il pedalò, per farsi una nuotata, per condividere un gelato e fare bischerate all’insaputa dei genitori.

Come sarebbe bello se ancora oggi esistesse la villeggiatura, se ci si spostasse con tutta la famiglia, genitori, nonni e fratelli minori, in una nuova città e se si potesse passare li tutta l’estate, come ogni estate, e rivedere perciò tutti quegli amici, lasciati un po’ più giovani l’anno prima.

 

Sarebbe meraviglioso, ma non accadrà più. Non è la nostra la generazione delle scampagnate e delle gite in bicicletta. Non siamo noi i ragazzi che rimorchiano audacemente e senza freni nelle balere. Non siamo noi gli adolescenti che s’innamorano delle quarantenni provocanti ed ammalianti.

Non siamo noi, noi siamo la gioventù dei tablet, degli smartphone, di Facebook e Instagram, siamo quelli che si conoscono solo attraverso i social network e che si vergognano ad affermare di apprezzare la musica italiana.

Noi siamo quelli che divertirsi significa bere fino al collasso, siamo quelli che una bischerata la interpretano come drogarsi nascosti dietro qualche capanno. Noi siamo quelli che non sono più niente, perché non hanno più un identità e non interagiscono se non con coloro che già conoscono bene.

Noi siamo quelli che maledettamente non vivono più l’estate come la stagione più bella dell’anno per i nuovi amori e le amicizie, noi siamo quelli che apprezzano l’estate perché significa non doversi svegliare alle sette per andare a scuola e non dover studiare il pomeriggio. Noi siamo questi e forse, dovremo smetterla di esserlo lasciandoci un po’ coinvolgere da ciò che sono stati i nostri genitori e i nostri nonni.. un tempo, quando tutto era più semplice e più sincero.

Ottimo film, trama semplice, banale, scontata, ma così deve essere per risultare fruibile a tutti e di facile digestione. Un film per chiunque, per le persone mature che vi trovano un quadretto sul quale sbrodolare una risata un po’ amara e nostalgica, un film per i giovani che si spera vi rintraccino un modello se non da prendere come esempio, per lo meno con il quale confrontarsi.

Sapore di mare, è da molti considerato come il film migliore dei fratelli Vanzina, quello più sincero e più riuscito, da paragonare solo forse al mitico ed indimenticabile Vacanze di Natale.

Questa pellicola, per l’esattezza un revival-movie, ovvero un film ambientato in un periodo passato, in questo caso negli anni ’60, vede come protagonisti i così detti “figli della medio alta borghesia italiana”. Toscani, romani, liguri, napoletani, lombardi ed inglesi sono i protagonisti di questa comico-romantica storia da mare ambientata a Forte dei Marmi in Versilia.

Il film, che è considerato il primogenito del famoso genere vacanziero nato dal genio dei figli d’arte, i fratelli Vanzina, ebbe un enorme successo al botteghino incassando addirittura dieci miliardi di lire.

Considerato una sorta di Amarcord degli anni’80, rivisitato in chiave comica e autoironica, è una storia d’amore e divertimento scandita dal ritmo frenetico delle bellissime canzoni italiane degli anni ’60 che contribuiscono a solleticare la sorgente nostalgica della nostra memoria.

Criticata da molti è la cinematografia che nasce dalla collaborazione dei fratelli Enrico e Carlo Vanzina, rispettivamente sceneggiatore e regista dei loro film, poiché vanta un umorismo di derivazione televisiva, cosa vista in malo modo dalla critica cinematografica italiana conservatrice e impregnata di europeità  che giudica malamente e con disprezzo tutto ciò che non rassomiglia ai capolavori che l’Italia poté vantare all’estero tanto tempo fa, e che ancora spera nella nascita di in un nuovo Fellini.

<< in una cinematografia seria come quella americana noi Vanzina saremmo venerati come Spielberg. Qui in Italia dobbiamo vergognarci >> Carlo Vanzina

 

di (Giulia Betti)

 

 

 

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