Il terzo ritorno di Ligabue con “Made in italy”

Luciano Ligabue dopo “Radiofreccia” e “Da zero a dieci” torna  a scrivere e dirigere il suo terzo film di genere drammatico intitolato “Made in Italy”, a cui prendono parte Stefano Accorsi e Kasia Smutniak.

Alcune immagini sono state utilizzate in anteprima durante i concerti del tour “Palasport 2017 – Ligabue Made in Italy” in quanto il film è ispirato all’omonimo album uscito lo scorso novembre, dove erano presenti quattordici brani legati tra loro.

A renderli uniti era principalmente il personaggio di Riko, che aveva la funzione di rappresentare quello che il cantautore si immagina come suo alter ego, dando vita alla persona che probabilmente sarebbe diventata se non avesse intrapreso il mondo musicale a cui ora appartiene; ma anche una appassionata dichiarazione d’amore nei confronti del Bel Paese.

Riko è proprio il protagonista del film. Rappresenta un onesto uomo di 50 anni, da sempre legato alla sua piccola cittadina emiliana in cui è nato e in cui lavora come operaio in un salumificio.

Nonostante i problemi nel cercare di mantenere la sua famiglia, ha sempre la certezza di poter contare sui suoi migliori amici, sulla moglie Sara, che ama incondizionatamente nonostante gli alti e bassi, e sul loro figlio, il primo della famiglia a frequentare l’università. Tutto cambia quando le certezze di Riko iniziano a svanire e lui si rende conto di doversi rimboccare le maniche, prendere in mano la sua vita per ricominciare. Riko ha un matrimonio da portare avanti e una casa da difendere, da non vendere, qualsiasi cosa accada.

Un film in cui molti di noi potremmo ritrovarci e che nella sua semplicità dimostra quanto importante sia ritrovare la forza per riscattarsi per non darla vinta al tempo che, molte volte, corre anche troppo velocemente. Un film che fa capire quanto siano essenziali l’affetto e l’amore delle persone che ci circondano, tanto da poterci salvare anche quando, a volte, tocchiamo il fondo.

Dal 25 gennaio in tutte le sale cinematografiche italiane!

di Veronica Chiesa

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