Elektra di Strauss debutta al Teatro alla Scala

Elektra

Per questa stagione d’opera, il Teatro alla Scala di Milano ospiterà Elektra, tragedia in un atto, con musiche di Richard Strauss e libretto di Hugo von Hofmannsthal. Messa in scena fino al 29 novembre, comprenderà una data, il 23 novembre, che sarà indirizzata al pubblico under 30, con un prezzo decisamente ridotto. Un modo per permettere, anche a chi non mastica spesso un’opera lirica, di poter entrare nel vivo di questa tragedia e assaporarla appieno.

Elektra, direzione e regia

La direzione è stata affidata al maestro Christoph von Dohnányi. Berlinese e protagonista indiscusso della vita musicale e teatrale della seconda metà del Novecento, è considerato uno dei maggiori esponenti della musica contemporanea. Ma la parte più interessante di questa rappresentazione è sicuramente la regia di Patrice Chéreau. La Scala ha deciso di omaggiare il famoso registra, a cinque anni dalla sua scomparsa, riprendendo punto per punto l’allestimento creato nel 2013.

Per quanto riguarda le scenografie, non si poteva fare scelta diversa da Richard Peduzzi. Questa rappresentazione è considerata una delle più ben riuscite produzioni dei nostri tempi, come ha affermato il New York Times nel 2016. Un modo di presentare il personaggio di Elettra che riesce a enfatizzare il suo dolore e quella che sarà poi la sua follia. Per questo difficile ruolo è stata scelta Ricarda Merbeth, che già aveva calcato il palcoscenico della Scala interpretando Leonore in Fidelio.

L’opera

La prima rappresentazione di Elektra al Teatro alla Scala risale all’aprile del 1909, pochi mesi dopo la prima rappresentazione in assoluto alla Königliches Opernhaus. La tragedia scritta da Sofocle è ambientata subito dopo la Guerra di Troia a Micene, patria di Agamennone. Il sentimento d’odio pervade tutta la tragedia e sarà proprio quello, insieme all’invidia, a spezzare la famiglia di Elettra, la vittima di quest’opera. Prima isolata e maltrattata, si trova poi in un momento di quasi rivincita data dalla riapparizione dell’amato fratello Oreste. Insieme riescono a porre fine alla loro sofferenza solo grazie alla vendetta. Elettra, però, troppo provata da queste emozioni che la pervadono, sprofonda in una danza folle che la condurrà con serenità alla morte.

Il libretto di Strauss

Strauss interpreta l’intensità di queste scene con dei componimenti forti e inquietanti. La sua è un’interpretazione moderna di un mito antico, e lo fa creando delle armonie musicali che rendono tutto decisamente ipnotico. Decide di dare un’immagine della Grecia completamente diversa dal paradiso aureo che era sempre stata, e la trasforma in un luogo cupo e barbarico. Strauss, inoltre, riesce a trattare questi temi in maniera molto contemporanea per il tempo, grazie agli studi di quegli anni sulla psicanalisi e sull’isteria femminile.

Per il contorno, il compositore mantiene la sua concezione musicale basata sulla sorpresa, creando una macchina perfetta che rende questa opera una rivoluzione. Odio, passione, vendetta, famiglia e follia, tutti ingredienti che formano un’opera dal valore storico e culturale molto forte. Una tragedia che si presta ad essere completa in ogni suo aspetto, non farsi trascinare da essa sarebbe una pazzia talmente grande che potrebbero scriverci un’opera.

 

di Eleonora Valente

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