“Io sono Spartaco”

 

La casa editrice Il Saggiatore ci regala in questo settembre carico di eventi blasonati e glamour un piccolo grande gioiello, non di scrittura nel senso più manierista e letterario del termine, ma sicuramente di storia del cinema. “Io sono Spartaco”, firmato dal mostro sacro di  Hollywood Kirk Douglas non è solo un memoriale di scena relativo al primo kolossal di Stanley Kubrick Spartacus”, ma racchiude tutti gli elementi che un racconto deve contenere per essere avvincente: personaggi affascinanti, un obiettivo ambizioso, contrasti, intrighi, azione, sentimenti universali come amore, paura, coraggio e il desiderio di lotta contro ogni prevaricazione.

A questa ricetta esplosiva uniamo il fatto che gli avvenimenti narrati sono tutti fatti realmente accaduti, che i protagonisti rappresentano buona parte della Hollywood degli anni d’oro e che la prefazione del romanzo è scritta dal divo George Clooney, noto per le sue battaglie sull’impegno sociale e la trasparenza giornalistica. Come resistere a un tale concentrato di stimoli e allure cinematografica? La risposta è: non è possibile. Il libro di Kirk Douglas si legge d’un fiato, l’assenza di fronzoli e l’immediatezza del linguaggio permettono al lettore di calarsi immediatamente nell’America di quegli anni, un paese che mostrava al mondo lo sfarzo della sua industria cinematografica per nascondere le paure anticomuniste che serpeggiavano nell’ambiente politico e che sfociarono in un cupo periodo di sospetto generalizzato, intimidazioni e vite spezzate.

Il percorso personale e professionale dell’attore si intreccia alla lavorazione del film da lui stesso prodotto e alla storia americana, in un susseguirsi di colpi di scena, rocambolesche avventure e scambi arguti tra Douglas e figure visionarie come Dalton Trumbo, lo sceneggiatore di Spartacus che grazie a lui uscì dalla tenebra oscurantista che aveva colpito la “lista nera” dei sospettati dal governo di avere simpatie filocomuniste.

Douglas racconta senza risparmiarsi in un flusso di memoria continuo e ricco di particolari. Incontriamo Laurence Olivier, Jeane Simmons, Peter Ustinov, Tony Curtis, persino Frank Sinatra fa capolino verso la fine del racconto e in poche righe l’autore ci offre un quadro vivido dell’uomo e padre di famiglia dietro “The Voice”.

La realizzazione di Spartacus fu una vera scommessa per l’allora produttore esordiente Kirk Douglas, il budget triplicò durante gli anni di lavorazione e il clima di incertezza dovuto alle ingerenze del Senatore McCarthy nell’ambiente artistico degli studios rendeva ogni mossa un percorso su un campo minato. La scelta del giovanissimo e talentuoso Stanley Kubrick, subentrato al primo regista designato Tony Mann, era inoltre mal vista dalla Universal, che con il kolossal in costume realizzava per la prima volta un prodotto di proporzioni epiche. Nonostante tutte queste controversie il film arriva nelle sale, e il suo enorme successo (verrà anche pubblicamente apprezzato dal neo-eletto presidente John F. Kennedy) decreta la fine di un decennio segnato da un’ottusa e insensata caccia alle streghe.

Come nelle migliori pellicole di produzione statunitense alla fine l’audacia ripaga gli eroi dei loro sacrifici e l’equilibrio delicato tra giochi di forza, bene e male, successo e insuccesso, viene momentaneamente ristabilito. “Io sono Spartaco” è un libro leggero che tratta temi complessi come la libertà di pensiero e la prevaricazione da parte delle istituzioni, l’intera narrazione è però sapientemente condita con momenti emozionanti, ironia e lucida imparzialità. Non mi stupirei se qualche produttore di Hollywood volesse farne un film.

 

IO SONO SPARTACO
Come girammo un film e cancellammo la lista nera.

Di Kirk Douglas
Prefazione di George Clooney

Edizioni Il Saggiatore

 

(di Roberta Donato)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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