In scienza e coscienza: l’arrivo del Covid-19 in Italia

In scienza e coscienza

In scienza e coscienza, di Annalisa Malara

Annalisa Malara, medico chirurgo, è stata la prima ad accorgersi che quella di Mattia non poteva essere una polmonite. Nel suo libro racconta la notte del 20 febbraio e l’incubo vissuto nei mesi successivi.

Una notte da non dimenticare

Il 20 febbraio 2020 per molti potrebbe essere una data qualsiasi, priva di alcun memorabile segno. In realtà essa fu, a tutti gli effetti, la notte in cui venne aperto il vaso di Pandora. Quel giovedì di febbraio, infatti, al pronto soccorso dell’Ospedale civico di Codogno, Mattia Maestri lamenta febbre, spossatezza ed una brutta tosse. La dottoressa Malara, di turno in Rianimazione, visita il giovane e realizza la complessità del suo caso. La TAC dice polmonite virale, ma le cure non funzionano. Il medico, determinata, non molla la presa e interroga la moglie del paziente per cercare di capire cosa non va.

Dalla conversazione emerge un elemento apparentemente superficiale: un viaggio in Cina. Una lampadina si accende nella mente dell’anestetista, che corre subito a fare il tampone a Mattia. Positivo. Primo paziente positivo al Coronavirus in Italia. Da quel momento, come in un domino, nel territorio italiano i contagiati sono arrivati a toccare cifre altissime per mesi. La dottoressa, dopo l’inferno passato tra mascherine chirurgiche e tamponi, decide di raccontare la sua esperienza nel libro In scienza e coscienza. In uscita il 15 ottobre con Longanesi, il libro ci porterà nella vita di coloro che per lungo tempo hanno lavorato su turni massacranti per assistere centinaia di malati.

Il libro

Nel buio della quarantena c’era chi ogni giorno viveva le immagini più strazianti accanto a pazienti lontani dalle famiglie e convinti di non rivederle mai più. Il personale sanitario, perso nell’attesa di una cura contro il virus, ha sempre cercato di trovare la forza per andare avanti. Il libro della dottoressa Malara è e sarà una memoria storica di un evento che ha stravolto il mondo intero, anche se ancora la luce alla fine del tunnel sembra essere lontana. In mezzo alla crudeltà di un virus, però, emergono la bontà, la tenacia, il coraggio e l’ingegno di un team, quello dell’ospedale di Codogno, che non si è mai dato per vinto.

In scienza e coscienza diventa, dunque, una di quelle testimonianze da leggere per aprire gli occhi, per capire quanto di buono ancora esista nel mondo e cercare di coltivarlo. Ma soprattutto, per immedesimarsi nella vita di chi ha saputo mettere da parte le proprie paure per salvare gli altri. Annalisa Malara devolverà l’intero ricavato delle vendite del libro, nelle librerie da metà ottobre, in beneficenza al Collegio Nuovo di Pavia.

 

di Annastella Versace

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