Samsung al Fuorisalone: “Resonance”, una mostra per l’uomo

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Immergersi, sentire e scoprire: Samsung presenta “Resonance”

Al Fuorisalone di Milano, in via Bergognone 26 (Tortona District), il colosso dell’elettronica Samsung presenta la mostra “Resonance”. Il concept si rifà alla filosofia del design di Samsung: “Be bold. Resonate with soul”. Sii audace, fai vibrare la tua anima. Il visitatore è quindi invitato a seguire un percorso attraverso monumentali installazioni, con cui interagisce tramite comportamenti quotidiani, come respirare, parlare e toccare. Il risultato è una fusione, una compenetrazione totale tra uomo e opera d’arte che risuona, rispondendo agli stimoli che ogni persona le conferisce. La mostra si sviluppa attorno a tre parole-guida: empatia, scoperta e immersione.

Un percorso di installazioni sensoriali

Il percorso ha inizio in una stanza dalle pareti chiare, illuminata da una vasta gamma di colori che la rendono intima e allegra. È qui che il visitatore percepisce l’empatia: la condivisione di un’emozione positiva che lo lega alle altre persone. Seguono le prime grandi installazioni dalla forma cubica. Su ogni lato si trovano una finestra aperta verso l’interno e un sensore. Il primo cubo contiene delle sfere irregolari in metallo, che si dilatano e restringono secondo la potenza del soffio che il visitatore emette sul sensore. L’utilizzo simultaneo di tutti i quattro sensori da vita a una coreografia degli elementi sferici che genera eccitazione tra gli spettatori. È in questo momento che tutti percepiscono la possibilità di vivere e condizionare l’opera d’arte assieme, in empatia.

Il suono diventa visibile

Lo stesso meccanismo avviene per la seconda installazione, dove alcune corde sono appese verticalmente all’interno del cubo. Esse si muovono a velocità variabile, creando delle spirali ipnotizzanti, secondo il tono di voce che la persona imprime sul sensore. La tecnologia di Samsung sembra poter rendere visibile il suono.

Giocare con il tatto

La terza installazione assume dimensioni maggiori, poiché implica un senso che l’uomo usa per uscire da sé ed espandersi: il tatto. Al tocco del sensore, dal fondo del cubo, tantissime palline di plastica volano verso l’alto. Più forte si preme, più in alto esse arrivano. L’opera d’arte si trasforma così in un divertente gioco sensoriale.

Un’installazione immersiva

Dopo le prime tre esperienze, ecco che arriva il momento culminante della mostra. La quarta installazione propone un coinvolgimento completo dello spettatore, che deve attraversare uno spazio che lo porta a un’immersione totale nella propria interiorità. L’ambiente che lo circonda è in evoluzione consequenziale ai suoi movimenti, stimolando contemporaneamente tutti i sensi. La risonanza è estrema: il pubblico è un unicum con l’opera.

La danza dell’anima

Il viaggio all’interno di “Resonance” si avvia alla conclusione lungo un sentiero di sassi, in un ambiente dove le pareti sono dominate da luci colorate. Su di esse, lo spettatore crea delle ombre che cambiano, scompaiono e ricompaiono. La loro magia invita il visitatore a cambiare posizione, liberandosi in una danza che ne fa risuonare l’anima, alla ricerca, forse, di una staticità introvabile.
È così che la mostra conclude il suo percorso alla scoperta della persona, dei suoi sensi e delle sue facoltà. “Resonance” testimonia, ancora una volta, la delicata attenzione che Samsung riserva per l’uomo e il suo profondo impegno nel donargli un futuro sempre più luminoso.
 
di Chiara Pellini

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