Philippe Daverio: rivelazioni di vita, arte e politica

sommario

Milano, 11 Aprile. E’ Il Teatro Manzoni ad accogliere la raffinata esuberanza di Philippe Daverio, in un intenso racconto dove si alternano curiosità aneddotiche, considerazioni storiche ed artistiche.

La serata è guidata dalle domande di Edoardo Sylos Labini, noto attore e regista italiano. Ad incorniciare la narrazione è invece il dj set di Paul Vallery, in un fluido e coerente sottofondo musicale che dalle elettronica giunge sino ad Emilio de’ Cavalieri, compositore ed organista di fine Cinquecento. Il pubblico è in ascolto e la sala è affollata, ma sono i giovani ad essere cercati per primi dallo sguardo del Professore.

Il racconto si avvia da un ricordo di gioventù: di quando, insieme a suo fratello, tentarono fortuna nella vendita di una cassettiera ad un’antiquaria di Berna. L’esito più che positivo dell’ardita intenzione, condusse l’appena ventenne Daverio ad intraprendere, con risultati sempre più incoraggianti, un rigoroso percorso di formazione.

Storico dell’arte, Docente, scrittore, autore e celebre personaggio televisivo di fama nazionale e internazionale, Philippe Daverio ci conduce verso la forza di un senso unitario e rivelatore, sotteso alle considerazioni artistiche e politiche. “A che cosa serve l’arte?”, domanda Labini alla fine dell’incontro. La risposta emerge da un racconto di un autore “ignoto ed affascinante”. L’arte e la scienza nascono dallo stesso coraggio finalizzato ad una rottura rispetto a strutture predefinite. La creatività risiede quindi nell’abilità di modificare, distruggere o ridefinire il vecchio per il nuovo, e l’essenza di questo autentico slancio generativo non può che essere l’ironia.

di Giulia Hansstein

1 Comment

Lascia un commento

Your email address will not be published.