PART: i Palazzi dell’Arte di Rimini aprono al pubblico

Part

PART: un originale connubio tra l’arte del passato e  quella del presente (guardando al futuro)

Originariamente prevista per questa primavera, finalmente il 24 settembre a Rimini si è tenuta l’inaugurazione e apertura ufficiale del PART, i Palazzi dell’arte di Rimini, un progetto di riqualificazione che coinvolge il Palazzo dell’Arengo e il Palazzo del Podestà, che ospitano la collezione di opere della Fondazione San Patrignano, una casa famiglia per giovani che hanno smarrito la strada (e che hanno partecipato alla realizzazione di un’opera site specific di David Tremlett).

Un weekend all’insegna dell’arte (medievale e contemporanea)

Dopo il taglio del nastro previsto per le 10.30, al quale hanno assistito anche il Presidente della Regione Stefano Bonaccini, il Sindaco Andrea Gnassi e la Co-fondatrice di San Patrignano e ex sindaco di Milano Letizia Moratti, le porte del PART si aprono e il complesso sarà visitabile gratuitamente per tutto il successivo weekend.
Il progetto nasce dal lavoro sinergico tra il comune e la Fondazione di San Patrignano, che dal 2017 ha iniziato a raccogliere opere donate da artisti del calibro di Emilio Isgrò, Vanessa Beecroft, Michelangelo Pistoletto, Damien Hirst, Carsten Höller, Mario Schifano e Mimmo Paladino (solo per citarne alcuni).
In Piazza Cavour, storico cuore della città, l’intervento di restauro e riadeguamento funzionale degli edifici medievali dello STUDIO AR.CH.IT, guidato da Luca Cipelletti, ha permesso un connubio originale tra l’arte del passato e quella del presente, organizzata in un percorso museografico eclettico, non tradizionale, che non segue alcun criterio cronologico ma è estremamente libero e rispecchia la composizione eterogenea della collezione stessa, valorizzata dagli spazi e dalle luci ideate dal light designer e architetto Alberto Pasetti Bombardella.

PARTiamo dal PART: un modello innovativo di riqualificazione urbana

Il progetto dei Palazzi dell’Arte di Rimini che coinvolge gli edifici due-trecenteschi, che saranno la “nuova casa” della collezione contemporanea di San Patrignano, rappresenta un ottimo esempio di collaborazione tra pubblico e privato sociale al fine di valorizzare il patrimonio culturale territoriale in una maniera anticonvenzionale e molto creativa che strizza l’occhio al passato e sorride al futuro.
 
di Alessandra Baio

Lascia un commento

Your email address will not be published.