Nessuno mi pettina bene come il vento

 

Regia di Peter Del Monte la pellicola racconta la storia di Arianna (Laura Morante), una scrittrice con alle spalle un matrimonio fallito, che decide di isolarsi nella sua casa in una piccola località balneare.

Il suo isolamento si interrompe quando una giornalista, che la raggiunge per un’intervista, porta con sé Gea (Denisa Andreea Savin), la figlia di undici anni. Mentre si svolge l’intervista, Gea fa un giretto con il suo cane e incontra sulla spiaggia Yuri, un ragazzo di 16 anni figlio di una donna russa che lavora in un locale notturno.

Conclusa l’intervista, la bambina, per niente affascinata dal doversi recare in campagna dalla nonna per trascorrere alcuni giorni, si chiude in bagno e non cenna ad uscirne. Di fronte al rifiuto della piccola, Arianna si offre di ospitarla per un po’ di giorni. In tempo perché il padre, in vacanza con la sua nuova famiglia, possa organizzarsi per venire a prenderla  .
Quando due giorni dopo l’uomo arriva accompagnato dalla sua compagna e dalla figlia di lei, Gea all’apparenza non sembra fare resistenza. Ma durante una sosta pranzo all’autogrill, improvvisamente scompare. E mentre il padre disperato la cerca, Arianna se la vede arrivare nuovamente sotto casa.

Gea la implora di tenerla ancora qualche giorno con sé, fino al ritorno della madre. Per il padre, già prostrato dalla tensione che corre tra la nuova e la vecchia famiglia che non vede di buon occhio Gea, quella proposta suona come una liberazione.

Dà il suo assenso, ringraziando Arianna.

Nei giorni a seguire il rapporto tra Arianna e la sua giovane ospite sembra intensificarsi, e le due si aprono anche a piccole confidenze. Ma quando è sola, lontana dalla sorveglianza dell’altra, Gea passa il tempo a spiare Yuri e suoi amici nella piazzetta sotto casa.

I ragazzi hanno atteggiamenti spavaldi e agli occhi della piccola appaiono come un richiamo di libertà. Tra lei e Yuri, taciturno capobranco, sembra passare una misteriosa affinità. Per Arianna lo sguardo affascinato della ragazzina diventa per lei un riflesso speculare che la pone a confronto con se stessa e la porta a ritrovare una parte di se stessa che si era fino a quel momento negata.

 

di (Martina Ingallinera)

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