Tutto il mio folle amore: un viaggio alla riscoperta dei sentimenti

Tutto il mio folle amore

Valeria Golino e Gabriele Salvatores dopo ventisette anni dall’uscita di Puerto Escondido, ritornano uno accanto all’altro sul grande schermo: lui il regista, lei la protagonista femminile della pellicola Tutto il mio folle amore, presentato al Festival di Venezia e in uscita nelle sale il 24 ottobre. 

Il cast

Gabriele Salvatores come interprete del suo personaggio femminile, Elena, ha scelto Valeria Golino, attrice italiana già protagonista di altre quattro pellicole del regista. Anche Diego Abatantuono non è alla sua prima esperienza con Salvatores, e in questo caso interpreterà Mario, compagno di Elena, che farà le veci di padre per Vincent, un ragazzo difficile affetto da autismo.

Claudio Santamaria invece, interpreterà Will, padre biologico del ragazzo che in un momento di coraggio e lucidità si metterà alla ricerca di suo figlio. Ma la vera rivelazione di questa pellicola è Giulio Pranno, interprete di Vincent, che alla sua prima esperienza sembra aver tutte le carte in regola per entrare nel cuore del pubblico italiano.

La trama

Vincent è un ragazzo di soli sedici anni che vive in un mondo tutto suo, essendo affetto dalla sindrome di autismo. Vincent non è solo, condivide la sua vita con la madre Elena, con la quale ha un rapporto complicato, costernato da una sensazione di disagio, e il suo compagno, Mario, che ha deciso di adottare il frutto dell’amore di un’unione precedente della sua compagna.

Will, il padre biologico del ragazzo, alla nascita del figlio abbandona la famiglia per inseguire il suo sogno da artista, forse perché non ancora pronto ad assumersi certe responsabilità. L’uomo dopo sedici anni, una sera in preda ad un colpo di coraggio, decide di presentarsi finalmente a suo figlio, che scapperà con lui in un viaggio lungo i Balcani durante il quale padre e figlio avranno la possibilità di conoscersi, scoprirsi e imparare a volersi bene. Anche Mario ed Elena faranno parte di questo viaggio e, partiti per inseguire il figlio, si ritroveranno ad affrontare un viaggio dentro se stessi.

L’idea

La pellicola è ispirata al romanzo “Se ti abbraccio non avere paura” di Fulvio Ervas, a sua volta ispirato ad una storia vera, quella di Anna e Andrea. Come il regista ha tenuto a sottolineare, Anna e Andrea hanno un rapporto più risolto rispetto a quello che verrà mostrato sul grande schermo; il ragazzo ha quasi raggiunto la sua totale indipendenza e la madre, conscia dei limiti del figlio, è una donna molto forte che nel suo percorso di genitore ha cercato di ridurre al massimo la diversità tra Andrea e i suoi coetanei.

Il rapporto padre-figlio

Tutto il mio amore folle è una pellicola che mostra due rapporti padre e figlio completamente differenti l’uno dall’altro. Quello con Mario, padre adottivo, un rapporto pieno di tenerezza e d’amore con un uomo che ha deciso di prendersi consciamente una responsabilità notevole; e poi c’è quello con Will, il padre biologico. In questo caso ci si trova davanti ad un rapporto molto più spensierato ed istintivo, con un padre che conosce ben poco suo figlio e i suoi problemi. Il ragazzo si ritroverà a dover affrontare un viaggio accompagnato dai tre adulti più importanti ed influenti della sua vita, e li costringerà a fare i conti con se stessi e con l’amore che sono stati in grado di conservare.

L’acqua

L’acqua in questa pellicola ha un’importanza fondamentale, soprattutto associato al personaggio interpretato da Valeria Golino. La prima scena in cui appare il suo personaggio si trova in acqua, l’ultima si trova su un traghetto in mezzo al mare. Elena è una donna che vive grandi difficoltà, e l’acqua vuole simboleggiare un secondo parto, una rinascita. L’acqua non è soltanto il simbolo dell’inconscio, ma anche una rappresentazione del liquido amniotico.

Tutto il mio folle amore non è solo un viaggio per i Balcani, ma soprattutto un viaggio per strade senza nome dove sentimenti ed emozioni trovano spazio per volare. Dal 24 ottobre anche il pubblico potrà volare insieme ad Elena, Vincent, Mario e Will.

 

di Alice Bonalumi

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