“L’altra metà della storia”: l’inganno e le sue conseguenze

A partire dal 12 ottobre sarà possibile vedere nelle sale cinematografiche italiane “L’altra metà della storia”, un’opera di genere drammatico diretta da Ritesh Batra e basata sul romanzo vincitore del Booker Prize 2011 “Il senso di una fine”, scritto da Julian Barnes.

Il premio Oscar Jim Broadbent interpreta il protagonista Tony Webster che, in seguito al testamento lasciato dalla madre della ragazza che frequentava all’università, viene a conoscenza dell’esistenza di un diario a lui donato. Si ritrova a far viaggiare la sua mente indietro nel tempo, rivivendo quelli che erano i giorni della sua gioventù.

I ricordi compaiono tutti in primo piano. Il primo amore, gli amici, le feste, le giornate spensierate. Ma anche i tradimenti, la rabbia, la delusione e soprattutto la sensazione di aver causato il suicidio di quello che era il suo migliore amico.

Una storia che vuole scoprire lati fino ad ora nascosti del protagonista, scavando in profondità con lo scopo di far riaffiorare la verità in superficie, una verità ben distante da quella che era stata memorizzata. Permette a Tony di avere un faccia a faccia con le responsabilità, e questo lo porta a riflettere sulle scelte fatte e sull’avere (forse) dei rimorsi.

Il messaggio lanciato è forte e mostra come ciò in cui crediamo non sempre sia reale; non deve essere presa in considerazione, infatti, solamente una metà della storia, magari quella che fa più comodo a noi, bensì entrambe le metà.

di Veronica Chiesa

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