La Traviata di Verdi in scena alla Scala di Milano

La Traviata

La Traviata, quando i “fiaschi” conducono al successo

Era il 1853 quando al Teatro La Fenice venne proposta l’opera La Traviata di Giuseppe Verdi, anche se probabilmente a causa della scarsa bravura degli interpreti fu tutt’altro che un successo.  Oggi è possibile godere del fascino di quest’opera dall’11 Gennaio al 17 Marzo 2019 al Teatro alla Scala di Milano, tempio della lirica, sotto la direzione del magnifico Myung-Whun Chung nelle nove rappresentazioni tra gennaio e febbraio, mentre nelle altre tre di marzo assisteremo al debutto di Marco Armiliato.

Il cast dei principali interpreti e personaggi prevede nei mesi di gennaio e febbraio Marina Rebeka, nel complesso ruolo di Violetta Valéry, i tenori Francesco Meli e Benjamin Bernheim ad alternarsi come Alfredo Germont, e il baritono noto alla Scala, Leo Nucci, interpreterà Giorgio Germont; nelle date di marzo vedremo, invece, Sonya Yoncheva (Violetta), Francesco Meli (Alfredo), Placido Domingo (Giorgio Germont).

Myung-Whun Chung e Marco Armiliato, i verdiani del Ventunesimo Secolo

Il noto direttore d’orchestra e pianista sudcoreano Myung-Whun Chung non è la prima volta che porta la sua maestria alla Scala, anche se con non pochi cambi di rotta. Stando a quanto riportato da magazine musicali, aveva annunciato il suo addio al medesimo Teatro in quanto non ancora ricevuto chances per la direzione musicale, il cui posto era ancora vacante dopo le dimissioni di Riccardo Muti.

Non da meno Marco Armiliato, classe 1967, è tutt’ora uno dei principali direttori d’orchestra italiani apprezzati in tutto il mondo. Entrambi si portano dietro un bagaglio di esperienza di noto rilievo, e con l’opulenta regia di Liliana Cavani e le scene di Dante Ferretti riusciranno senza dubbio a portare sul palcoscenico uno spettacolo dal fascino inqualificabile.

Tra le numerose opere di Giuseppe Verdi, La Traviata (appartenente all’eminente Trilogia Rigoletto, Il Trovatore, La Traviata) è quella che creò più scalpore, rappresentando un’emancipazione della donna e della società che la circondava. Quando compose quest’opera, Verdi prese ispirazione da La Dame aux camélias di Alexandre Dumas figlio, della quale fu rimasto folgorato. Lo colpì soprattutto la storia d’amore di questa bella cortigiana parigina e l’aitante Armando Duval. Verdi fu talmente entusiasta che impiegò pochi giorni a comporla, ma tanti che furono sufficienti a renderla unica.

La Traviata (Libretto di Francesco Maria Piave; Regia di Liliana Cavani)

La Traviata, melodramma composto in tre atti, ci mostra l’evoluzione interiore della protagonista Violetta Valéry, interpretata da Marina Rebeka (nelle rappresentazioni dirette da Myung-Whun Chung) e da Sonya Yoncheva (in quelle di Armiliato), due delle più conosciute in questo ruolo. La cosa ardua è la scelta dell’interprete di questo personaggio, in quanto deve far emergere le due anime di Violetta, la frivolezza e la profondità interiore.

Questa donna era una prostituta abituata a vivere nel lusso. Quando però si scoprì affetta da una grave malattia, per cercare di dimenticare, invita degli amici a cena, ed è proprio il famoso brindisi “Libiam né i Lieti Calici” che le consente di iniziare una nuova vita con Alfredo Germont. I due amanti decidono di trasferirsi al di fuori dello sfarzo e dei lussi, rifugiandosi in campagna nella casa di Violetta, dove quest’ultima si trova costretta a vendere i suoi beni per mantenere lei e Alfredo.

All’inizio tutto sembrava comunque florido, sino a quando il padre del ragazzo, Giorgio Germont, certo che lei si stesse approfittando dei soldi della loro famiglia, costringe la giovane a lasciarlo (pur avendo compreso i sentimenti reciproci dei due e l’innocenza di Violetta) mettendole in testa che tra loro non avrebbe mai funzionato a causa delle differenze sociali, e perché il suo passato era talmente scandaloso da mettere in crisi la celebrazione del matrimonio della sorella di Alfredo.

La protagonista non può fare altro che autoconvincersi di tali parole e, con una semplice lettera ed un invito ad un ricevimento a Parigi, per Alfredo torna alla sua vecchia vita. Dal momento in cui il giovane avrebbe fatto qualunque cosa pur di riaverla, decide di recarsi all’evento e, vedendola con colui che era il suo protettore, arriva anche a compiere il gesto inconsulto di gettarle addosso delle banconote, esclamando a tutti che fosse stata pagata per essere lì.

Questa mossa, non approvata nemmeno da suo padre, causa uno svenimento dell’amata. In seguito a quest’ultimo accadimento, Violetta si rende conto che la sua fine sta arrivando, ma per fortuna crollerà nel profondo solo dopo aver ascoltato, ed accettato, il perdono e la dichiarazione di amore eterno da Alfredo.

Amore e Morte: i due cardini de La Traviata

È sulla base di due cardini fondamentali, amore e morte per la vita di ciascun individuo, che Verdi costruisce una storia tanto nuova quanto legata al passato. Nella prima fase di Violetta troviamo l’esempio di donna eroica; dai lussi di una prostituta non esita a cambiare vita, inizialmente preservando l’amore che prova verso l’altro con tutta se stessa, sino poi a rinunciarvi per non creare scompigli in famiglia e ulteriori sofferenze.

In un crescendo di turbinii di emozioni si arriva alla fase conclusiva dell’evoluzione: il diventare un angelo. Tutte le fasi, grazie soprattutto alla lodevole interpretazione di Marina Rebeka e Sonya Yoncheva, lasciano spazio all’alternarsi di tre voci diverse: nel I atto agile e dotata di virtuosismo belcantistico, nel II intensa e drammatica, nel III sofferente.

L’opera trasporta lo spettatore in un universo parallelo dove si può commuovere, riflettere e sospirare, con la consapevolezza che è stata comunque una storia d’amore degna di nome. Per informazioni su date, orari e ticket, è possibile consultare il Link: www.teatroallascala.org o contattare il numero: 02 72003744

 

di Agnese Pasquinelli

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