“I miei martedì col professore” di Mitch Albom

 

È la storia di un cinico e impegnatissimo giornalista, che dopo ogni incontro torna a casa più arricchito e rigenerato dalle illuminanti conversazioni con il suo ex professore.

 

C’è una tribù nell’Artico americano secondo la quale tutti gli esseri sulla Terra possiedono un’anima che è la forma in miniatura del corpo che la contiene: così che un daino ha dentro di sé un piccolo daino, e un uomo a sua volta un piccolo uomo. Quando l’essere grande muore, sopravvive quello piccolo: può trasmigrare in qualcosa che sta nascendo lì vicino, oppure recarsi a un luogo di sosta temporaneo nel cielo, nella pancia di un grande spirito femminile, dove attende finché la luna non potrà rimandarlo sulla terra. A volte, dicono, la luna ha così tanto da fare con le anime nuove del mondo che scompare dal cielo. Ecco perché abbiamo certe notti senza luna. Ma, alla fine, la luna torna sempre, come noi tutti. Questo è ciò che loro credono.” (tratto dal libro).

 

I miei martedì col professore” racconta un’esperienza realmente vissuta dall’ autore nel 1995. Una sera Albom vede intervistato, in una famosa trasmissione televisiva, il suo vecchio professore del college Morrie Schwarts o come lo chiamava lui “Mister”. Un allenatore quindi, con il quale Mitch Albom aveva perso i contatti e che ha avuto molta influenza sulla sua vita. Vergognandosi del suo lungo silenzio decide di andare a trovare l’anziano e ormai gravemente malato professore. I due stabiliscono di vedersi a cadenza settimanale ogni martedì perché, come dice lo stesso Mister Morrie, “Noi siamo gente da martedì”. Con lui comincia un “progetto”, una sorta di ultima tesi e durante questo tempo, scandito dal fiorire e sfiorire di un Ibiscus, esplorano insieme gli aspetti multiformi della vita, dell’amore e della morte in tutti i loro aspetti. Ancora una volta, Mister Morrie influenzerà la vita di Albom mostrandogli la meraviglia che risiede nei gesti più semplici.

La trama potrebbe sembrare scontata, ma in realtà si tratta di un bellissimo testamento spirituale, reso in modo eccelso dalla delicatezza delle parole scelte, che riescono a comporre, con estrema nitidezza, le immagini descritte. Il libro è poi diventato un film, purtroppo mai uscito in Italia, nel quale spicca l’ultima interpretazione del magistrale Jack Lemmon (https://www.youtube.com/watch?v=gGCYD_7taKA).

Questo, è uno di quei libri che non possono avere mezze misure: o lo si ama o lo si odia. Gustave Flaubert diceva: “Non leggete, come fanno i bambini, per divertirvi, o, come gli ambiziosi per istruirvi. No, leggete per vivere”. Questi incontri hanno ridato vita a Mitch Albom che, raccontandoli in questo libro, ci da modo di leggere per vivere.

 

di (Federica Gennaro)

Lascia un commento

Your email address will not be published.