Fondazione Arnaldo Pomodoro, vivace osservatorio d’arte contemporanea

Fondazione Arnaldo Pomodoro

Arnaldo Pomodoro, la Fondazione

La Fondazione Arnaldo Pomodoro, palcoscenico del panorama artistico contemporaneo, presenta artisti under 40 rinnovando la scultura come pratica artistica e disciplina linguistica. La Fondazione ha scelto di destinare i propri spazi alla segnalazione di figure rilevanti all’interno del panorama artistico contemporaneo, riprendendo a organizzare cicli annuali di Project Room, iniziativa nata nel 2010. Ogni anno un diverso guest curator è incaricato di individuare temi e artisti – preferibilmente scultori under 40 – a cui viene richiesto di realizzare un intervento che coinvolga l’intero spazio espositivo.
Il primo appuntamento artistico è con Sophia Al-Maria e la sua opera “Mirror Cookie” a cura di Cloé Perrone, che propone altre due giovani artiste internazionali, Caroline Mesquita e Rebecca Ackroyd. Sono tutti talenti che utilizzano come espressione artistica la scultura all’interno di una pratica multidisciplinare, espandendone così la definizione stessa. La scultura, non essendo trattata come risultato ma come processo, diventa nel loro lavoro uno strumento per costruire ambienti in cui il visitatore è costretto a interfacciarsi con progetti che trattano fenomeni socio-culturali quali la misoginia, l’apocalisse e l’identità nazionale.

Sophia Al-Maria x Project Room

La Fondazione Arnaldo Pomodoro inaugura il 2019 con nuove mostre alla project room sotto la guida della guest curator Cloé Perrone. Per rinnovarsi, il comitato scientifico della Fondazione Arnaldo Pomodoro ha commissionato a tre figure internazionali under 40 lo spazio espositivo. La Project Room numero 10 è dedicata all’opera “Mirror Cookie” di Sophia Al-Maria.
Dal 14 marzo al 31 maggio 2019 l’artista qataro-americana porta alla Fondazione Arnaldo Pomodoro un’installazione composta da un video proiettato su uno schermo appoggiato su un boudoir, immerso in una stanza circondata da specchi. L’installazione “Mirror Cookie” raccoglie una serie dei cookies dell’attrice Bai Ling, riorganizzati in un monologo sconnesso che richiama la “tecnica dello specchio”, una pratica di rafforzamento dell’autostima. Un’improvvisazione appassionata consegnata alla macchina da presa, come se la “quarta parete” da abbattere fosse il proprio riflesso.
 
di Eleonora Pretta

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