I valori umani nello spazio: intervista a Samantha Cristoforetti

Raggiungere le stelle per lei non è una metafora: Samantha Cristoforetti, prima donna italiana nello spazio, è stata il personaggio di chiusura della seconda e ultima giornata del World Business Forum, annuale appuntamento di WOBI (World of Business Ideas), che riunisce business men provenienti da tutto il mondo.

Formalmente astronauta dell’ESA, oltre che pilota ed ingegnere dell’Aeronautica Militare Italiana, la Cristoforetti è partita il 23 novembre 2014 per la missione FUTURA, la seconda a lunga durata dell’ASI (Agenzia Spaziale Italiana). Questa missione, conclusasi con successo l’11 giugno 2015, le ha permesso di trascorrere ben 199 giorni a bordo della Stazione Spaziale Internazionale (ISS) e le è valsa il record di allora per il viaggio più duraturo di un astronauta europeo. Durante oltre sei mesi di FUTURA ha condotto ricerche scientifiche su biologia, fisiologia umana e nel campo delle scienze fisiche.

A due anni dal suo viaggio nello spazio, Samantha Cristoforetti ha raccontato gli eventi della sua vita che l’hanno portata a realizzare il grande sogno. Bambina atipica, amante del cielo e delle tecnologie aeree, sicuramente con le idee molto chiare tanto che, come ricorda lei stessa: A 18 anni quando i miei compagni lavoravano sulla patente di guida, io il pomeriggio facevo corsi di subacquea e di russo perché, chissà, sarebbero potuti tornare utili per diventare astronauta un giorno”.

Come giovane e talentuosa studentessa, comincia la sua carriera in Germania, per un periodo in Francia e in Russia, per poi laurearsi infine in ingegneria spaziale presso l’Università Tecnica di Monaco di Baviera.

A quel punto, per un twist of faith, in Italia c’è stata l’opportunità come donna di entrare nelle Forze Armate – racconta – e sono quindi entrata in Accademia Aeronautica; mi sono rimessa completamente in gioco e ho avuto la possibilità di fare un po’ di carriera operativa nel volo militare, imparando come ci si comporta in un ambiente molto diverso da quello tecnico-scientifico”.

Poco tempo dopo partecipa alla selezione dell’Agenzia Spaziale Europea per nuovi astronauti, viene selezionata su oltre 8.500 candidati da tutta Europa, e da qui, dopo 5 anni di duro ma efficace addestramento, conosciamo bene il resto della sua storia.

Samantha Cristoforetti ha tenuto a precisare quanto, per poter vivere con gioia e serenità la sua opportunità nello spazio, sia stato di fondamentale importanza trovarsi a collaborare con un team di persone di alto valore umano. Un concetto questo, che ha fatto da sfondo all’intero ciclo di conferenze del World Business Forum, incentrate appunto sull’Humanification, cioè il mettere al centro l’individuo, le sue potenzialità e, con esse, la sua capacità di collaborare e fare gruppo.

La Cristoforetti si è spesa molto sulla reciprocità, sul rispetto, sull’umiltà e sulla fiducia che ha ritrovato concretizzate nel proprio team; gli stessi valori che ogni azienda o organizzazione dovrebbe avere per una mission di successo. A tal proposito infatti, e alla richiesta di quale debba essere il segreto di un’azienda per sapersi adattare al cambiamento, ha risposto:

Personalmente ho poca esperienza di aziende che devono vivere sul mercato ed adattarsi a cambiamenti molto rapidi; quello che posso dire io però è che lavoriamo molto bene come team all’interno della stazione spaziale (e con team intendo anche in senso più allargato tutti quelli che supportano la stazione in giro per il mondo). Quindi, mi sembra che la chiave per tutto questo sia che le persone non vengano lasciate da sole a gestire un cambiamento, perché altrimenti magari non lo capiscono e ritengono che possa essere minaccioso per loro. Credo che solitamente, quando vengono accompagnati attraverso un percorso di addestramento, e dunque aiutati e preparati a gestire nuove sfide, gli esseri umani rispondano in maniera positiva”.

Infine, Samantha Cristoforetti ha espresso anche il suo parere su una questione attuale e altrettanto delicata: quella dell’intelligenza artificiale applicata nel campo dello spazio. Riuscirà mai l’AI a sostituire l’astronauta un domani?

Per adesso è abbastanza improbabile immaginare di sostituire l’essere umano, però non possiamo mettere limiti al progresso tecnologico. Credo che sia ancora molto difficile dire fino a che punto potremo spingerci”.

Ringraziamo Samantha Cristoforetti per la sua gentilezza e professionalità!

di Gaia Lamperti

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