Arteparco 2019: gli specchi angelici di Matteo Fato

Arteparco

Arteparco mette in mostra gli specchi angelici di Matteo Fato

Dopo il successo della prima edizione di Arteparco, iniziativa che nasce con la volontà di portare l’arte contemporanea all’interno del Parco Nazionale d’Abruzzo, al via un nuovo progetto che unisce la bellezza del paesaggio all’arte contemporanea. Il Parco Nazionale d’Abruzzo con questo evento si trasforma in un museo a cielo aperto.
Quest’anno il protagonista della nuova edizione di Arteparco con l’opera Specchi Angelici è l’italiano Matteo Fato, artista pescarese di grande inventiva. Fato ha posizionato nell’incantevole paesaggio del Parco Nazionale d’Abruzzo, una installazione consistente in tre riproduzioni di un antico cavalletto da pittore, da lui definiti, appunto, gli specchi angelici.

Gli specchi angelici

L’opera intitolata specchi angelici rappresenta la visione poetica di Fato del ruolo del pittore nei confronti della Natura. È la sua riflessione sulla tradizione della pittura paesaggistica dal vero. L’installazione di fatto nasce da questa sua esigenza-desiderio di dipingere la meraviglia paesaggistica del Parco Nazionale d’Abruzzo.

La funzione dell’antico cavalletto da pittore

Il cavalletto dà la possibilità di ammirare il paesaggio, che spesso non ha bisogno di essere dipinto, non invade, è un atto di grande rispetto. “Tre cavalletti che offrono tre possibilità di visione’’, dice Fato. Ogni paesaggio, scorcio o scenario passa attraverso il filtro dell’artista, che lo reinterpreta secondo il proprio codice stilistico.
In pratica, tre cavalletti che osservano il paesaggio da diversi punti di vista e tentano quasi di mettere radici, “perché vorrei dipingere l’aperto”: così l’artista Matteo Fato descrive la sua installazione nel Parco Nazionale d’Abruzzo. Si tratta di tre cavalletti da pittore vuoti, senza alcun dipinto, posizionati nel verde e circondati da cardi silvestri.

L’essenza dell’opera

I cavalletti hanno il preciso compito di combinarsi con l’ambiente circostante, diventando un tutt’uno con la natura e venendo a loro volta incorniciati da un panorama mozzafiato che in ogni stagione cambia, così che il visitatore non abbia mai la stessa visione del paesaggio. Con la sua installazione, Matteo Fato lascia come centrale il concetto di pittura, ma reinterpretato in una chiave inedita.
Il linguaggio della pittura viene qui evocato dall’immagine iconica del cavalletto, e alla Natura viene lasciata la possibilità di esprimersi nella sua magnificenza, diventando essa stessa linguaggio. Le opere dell’artista sono accompagnate da una seduta-leggio dove è iscritto un componimento indirizzato alla Natura, creato da un amico e confidente dell’artista, il drammaturgo Gianni Garrera.
Il viaggiatore potrà godersi in tutto relax lo spettacolo naturalistico e artistico che si ritrova di fronte. L’opera di Matteo Fato è visibile nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise Pescasseroli (AQ), Sentieri C1 e C2.
 
di Daniela Carusone

2 Comments

  1. Bella iniziativa, input essenziale e semplice.
    Articolo scritto meravigliosamente!
    Comprensibile, come pochi ultimamente.
    Scorrevole e descrittivo.
    …Nessuna pilotata interpretazione, eppure coinvolto e coinvolgente.
    Eccezionale stile; semplice nella sua impeccabile eleganza.
    Complimenti a Fato per l’idea e al giornalista per l’articolo.

    • Grazie mille per questo apprezzatissimo commento, non potremmo essere più felici di così. Rendere orgogliosi i nostri lettori è una delle cose che più ci riempie di soddisfazioni. Ti ringraziamo molto Lucia!

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