J12 Chanel: un tic-tac che dura da 20 anni

Orologio Chanel

J12 Chanel celebra il suo 20esimo anniversario 

Nel 2000 il direttore artistico Jacques Helleu, ispirato dagli eleganti yacht dell’America’s Cup, crea l’orologio, nella luccicante ceramica nera, che diventerà un’icona non solo per Chanel ma in tutto il mondo dell’orologeria: il J12. Dal 2003 viene proposta anche la variante in ceramica bianca, scelta spinta dalla ricerca del continuo rinnovo per valorizzare costantemente il fascino e l’eleganza al polso di ogni donna, come fosse un diamante.  Dal 2013 il Chanel Watch Creation Studio è in mano ad Arnaud Chastaingt, approdato nella Maison dopo dieci anni da Cartier, e quest’anno, per celebrare il 20esimo anniversario dell’iconico J12, ha rivisitato l’orologio andando a rinnovare gran parte dei suoi elementi.

J12-20, l’orologio per l’anniversario

I simboli iconici del brand, creati a partire da Mademoiselle Coco, raccontano una storia che oggi viene riportata sull’orologio: sul quadrante e sulla lunetta, punteggiati da 12 diamanti, sono infatti rappresentati, in stile pop e street art, 20 simboli legati a Chanel, come la borsa 2.55, il profumo N°5, la Camelia e la giacca di tweed, per citarne alcuni. Gli orologi di questa limited edition sono in tutto 2.020. L’elegante ceramica bianca del bracciale incontra l’acciaio nella cassa per dare resistenza, la lunetta è impreziosita da decori rodiati, il quadrante laccato bianco con 12 diamanti, il movimento al quarzo ad alta precisione e l’impermeabilità fino a 200 mt rendono questo orologio una vero gioiello, adatto a tutte le occasioni. La versione da 38 mm ha il fondello in vetro zaffiro, montato su 28 rubini, e dispone di 70 ore di autonomia, mentre il modello da 33 mm è animato da movimento al quarzo e il fondello è in acciaio satinato e riporta l’incisione “20 Years. Limited to 2020”. Nella versione in ceramica nera i decori sulla lunetta e sul quadrante sono in smalto champlevé e ornati da 20 diamanti; di questa serie limitata sono stati prodotti solo 5 pezzi.

 

di Valentina Bagnasco

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