Wax and Stripes e Stella Jean

A incoronare il nuovo astro della moda è Giorgio Armani. 

Nata come indossatrice è diventata ambasciatrice del mix culturale da indossare, si chiama Stella Jean la novità della moda italiana portata sul palcoscenico dell’ultima fashion week milanese da Giorgio Armani che l’ha scelta come volto per la sfilata all’ interno del suo teatro. Righe, quadretti, stampe tribali e colori dipingono le sue collezioni diventate celebri, e adesso icone, dopo la vittoria a Who’s On Next.

Lei, che vive ancora a Roma con la sua famiglia e che desidera rimanere ben lontana dal caos modaiolo milanese, si racconta.

 

Ha iniziato come modella, com’è arrivato il passaggio al mondo del design?

Ho un percorso poco canonico, ma il fatto di iniziare come indossatrice mi ha permesso di compiere un “furto con destrezza”. Ho preso da diversi creativi codici estetici e modi di esprimersi che mi hanno permesso di inquadrare diversi punti di vista

Ho avuto la fortuna di avere una maestra che ha lavorato con nomi dell’alta moda e affiancarla in sartoria mi ha aperto gli occhi a un mondo fatto di una tecnica che non si inventa, ma si tramanda.

Io non disegno perché la carta, è a mio avviso un alleato ingannevole, poiché si possono realizzare abiti superbi su carta, ma che sul corpo risultano completamente diversi.

 

Com’è stato l’attimo in cui ha saputo che avrebbe sfilato nel Teatro di Giorgio Armani?

La sensazione è paragonabile a quella di vertigine, ebbrezza e panico tutti messi insieme.

 

Qual è l’universo culturale delle sue collezioni? Cosa c’è delle sue origini e cosa ha preso da altre culture?

Le mie radici culturali sono alla base del lavoro. I miei capi nascono dalla mia storia personale e riflettono il mio métissage di italo-haitiana ed il sincretismo socio-culturale insito nella cultura creola. Ho iniziato questo viaggio introspettivo anche con l’appoggio di Simonetta Gianfelici e ho deciso di ricambiare attraverso una sincera dichiarazione d’intenti con la mia ‘Wax & Stripes philosophy’. Le mie collezioni sono il punto d’intersezione tra il rigore accademico del  vecchio continente e l’esuberanza spontanea e solare della civiltà creola che affonda le sue radici in Africa.

 

Com’è la sua donna? E come dovrebbe indossare i suoi capi?

La mia donna è una frequent flyer emozionale. Spero che nell’indossare i miei abiti scaturisca la voglia di aggiungere al vestito una storia personale e una propria interpretazione.

 

Può darci delle “regole d’oro” per non eccedere quando si sceglie un look?

Mai scegliere qualcosa che possa arrecare disagio. La nonchalance è l’accessorio più elegante.

 

Arriveranno le feste di Natale, un look per non sbagliare?

Ricordarci che siamo a casa in famiglia o tra amici e la cosa migliore è indossare ciò che ci fa star bene. 

 

Una camicia bianca con…?

Tutto

Tacco vertiginoso con..?

Lunghezze bon ton e pantaloni

E una scarpa flat da portare con…?

Qualcosa di corto

 

Come trasmetterà la passione per la moda ai suoi figli?

Attraverso le mie collezioni io racconto la mia storia e trasmetto la passione ai miei figli in modo spontaneo, così come vengono tramandate le storie di famiglia.

Al pari di uno scrittore, continuerò a raccontare attraverso le immagini una società possibile, fatta di condivisione e arricchimento culturale, con la speranza che lungo il cammino questi racconti si trasformino in semplice cronaca della realtà.

 

di (Federica Piacenza)

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