Ross Lovegrove – Visionario d’epoca…la nostra!

 

Ross Lovegrove è il designer più visionario della nostra epoca: non c’è da stupirsi, d’altronde si è formato al Politecnico di Manchester, in cui ha perfezionato il suo stile innato. L’oggetto è in primo piano, Ross lo studia come uno scienziato di fronte a una molecola che ha dato origine alla materia.

Numerose sono le sue collaborazioni, tra cui: Artemide, Kartell, British Airways, Cappellini, Driade, Peugeot, per un design che ha varcato diversi confini, dalla tecnologia come con Apple e Sony, fino all’orologio creato per Miyake e consulente di aziende di moda di Hermés, Cacharel e Louis Vuitton.

Gilt Magazine non poteva farselo sfuggire e così ha cercato di capire cosa ci sia dietro la sua filosofia.

Ho letto che le sarebbe piaciuto diventare uno scienziato. Cosa l’ha spinto a cambiare strada?
Non ho cambiato la mia idea…Cerco di usare la ricerca scientifica e i modelli di elaborazione al fine di creare disegni che sono il risultato di  continue ricerche ; il tutto si basa su tentativi ed errori e la ricerca delle soluzioni si basa sull’integrità di pensiero e dell’applicazione accademica.

Quanto rimane di quello scienziato nei suoi progetti?
Dipende. Il Solar Tree ad esempio, è una conseguenza di un sacco di fisica e scienza al fine di creare una trinità tra la luce solare e la fotosintesi delle celle solari artificiali, illuminazione a LED e tecnologia della batteria.

Quali sono i suoi modelli d’ispirazione?
Domanda molto complicata…ma apprezzo gli scienziati, i biologi, i fisici ecc, ma soprattutto con gli scienziati che studiano la genesi umana, l’extraterrestre e tutto ciò che può cambiare la percezione della vita stessa!

A quale corrente artistica si sente di appartenere?
Io ho un mio orientamento, ma tendo a relazionarmi con scultori inglesi come Cragg , Kapoor, Caro, Whiteread e Moore, il cui lavoro viene generato e concretizzato in maniera istintiva. Il lavoro di Isamu Noguchi e Gabo mi porta a guardare al passato, mentre oggi sono Zhan Wang, Xu Bing dalla Cina a stimolare la mia mente per quel che riguarda un mix tra profondità artistica e scientifica.

Come si definisce?
Io sono un designer del 21° secolo profondamente impegnato per l’innovazione in tutti i campi. Posso umanizzare la tecnologia e caricarla con le emozioni che sono istintive e leggere. Posso vedere il futuro eseguendo sequenze evolutive, predittivi in natura per capire cosa naturalmente verrà dopo. Il mio obiettivo attuale è quello di convergere e di sfruttare il potenziale delle tecnologie digitali, la stampa 3D in scala industriale e l’elemento chiave della logic nature, al fine di creare la logica e la bellezza in qualsiasi cosa, da una macchina a una struttura architettonica.

Quali sono le principali forme, colori e materiali che la identificano?
Il mio lavoro gravita verso l’uso di materiali nel loro stato naturale, piuttosto che sull’artificialità che tende a creare una falsa identità. Il mio lavoro è in sostanza, senza grassi e senza make up.

Quando crea un oggetto, per quale target di persone lo vedrebbe adatto?
Per me stesso e per chi la pensa come me.

Il suo percorso è stato in grado di “contaminare” diverse forme di design! Come potrebbe per esempio interfacciarsi con la Moda?
Assolutamente vedrei il mio design adatto nel regno di Alexander McQueen, Balenciaga, Hussain Chalyan, Allia, Van Herpen, Y3, in cui materiali e forme del corpo si combinano in un’intrigante sensualità…mi piacerebbe partecipare a questo campo.

 

Un extra solo per noi: sta progettando una grande mostra al Centre Pompidou nel 2015, che esplorerà ogni cosa di cui ha parlato qui, dall’architettura alle protesi delle auto!
Segnatelo in agenda anche se l’anticipo è notevole…ma perderselo sarebbe un peccato.

Noi di Gilt ci saremo…

 

(di Paola Vaira)

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