Intervista a Vittorio Sgarbi

Vi starete chiedendo cos’ha in comune con la moda un personaggio eclettico come Vittorio Sgarbi. Certo, la moda è una forma d’arte, sicuramente non quella di cui si occupa il critico più irriverente d’Italia, ma noi di Gilt volevamo toglierci qualche curiosità in merito… sentite cosa ci ha risposto!

Cosa ne pensa della contaminazione Moda e Arte, con la decisione del Comune di Milano di utilizzare spazi come ad esempio la Sala delle Cariatidi del Palazzo Reale e lo Spazio Le Cavallerizze del Museo della Scienza e della Tecnologia come location delle sfilate?

Nulla in contrario, la Sala delle Cariatidi era adibita ai festeggiamenti di corte, un tempo c’erano i Costumi, ora c’è la moda.

Nonostante la sue controversie concezioni della moda, c’è una personalità all’interno del fashion system che lei stima particolarmente?

Roberta di Camerino (stilista veneziana nota negli anni Cinquanta per i suoi motivi trompe-loeil ndr)

Allora possiamo definirla la sua stilista preferita?

No, la mia stilista preferita è Vivienne Westwood, poi Antonio Marras, di cui ho visto la mostra alla Triennale.

A proposito di mostre passiamo un po’ all’arte, se sì davanti a quale quadro ha provato la cosiddetta sindrome di Stendhal?

Nessuna, sono immune.

In quale momento della sua vita si è sentito più artista che critico?

Sempre, la mia attività è artistica, non è critica.

Una curiosità, lei è sempre così elegante e composto in giacca e cravatta o si concede momenti di comodità nella sua vita privata?

In realtà non indosso la cravatta da più di dieci anni, una volta la ritenevo indispensabile, come una spina dorsale anteriore, adesso mi sembra una specie di corda dell’impiccato, per cui preferisco avere la camicia aperta, è stato un passaggio epocale, ho lasciato le cravatte nell’armadio.

In questa settimana della moda (da poco conclusa) ha avuto modo di assistere a qualche sfilata?

Sì, quella di Etro, è un mio vecchio amico, collezionista di Arte Antica, e abbiamo guardato queste modelle un po’ inespressive e un po’ rigide.

Di quelle maschili invece che mi dice?

No a quelle maschili non vado proprio!

Ringraziamo sinceramente il Professor Sgarbi per la sua disponibilità.

 di Pamela Romano

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