Cannavacciuolo, l’erede di Gordon Ramsay

 

È italiano, più precisamente napoletano di Vico Equense, sposato e padre di due bambini; è lo Chef pluristellato di Villa Crespi e in primavera lo vedremo su Fox Internationals Channels Italy, sul canale 144 di Sky, a condurre Cucine da Incubo, proprio come Gordon Ramsay in Kitchen Nightmares. Anche se è il suo ‘erede’, in Italia, Antonio, meglio conosciuto come Antonino, non è certo glaciale come il collega scozzese, ma in tutto e per tutto partenopeo. Quindi, solare, carismatico, dalla ‘stazza’ possente e, a prima vista, un pizzico burbero. “Qb” potremmo dire, se burbero fosse l’ingrediente di una ricetta, con un’evidente sensibilità per il buon gusto.

Impossibile non entrare nella trappola dei doppi sensi, ma stiamo parlando di uno dei nomi dell’alta gastronomia italiana, di un uomo che giovanissimo, a soli 38 anni, è gestore insieme all’incantevole moglie Cinzia, di Villa Crespi, Relais Chateau tra più belli d’Europa, una residenza di fine ‘800 sulle sponde del Lago D’Orta.

E ora Antonio Cannavacciuolo, dalle ‘stelle’ passerà alle ‘stalle’, in cucine di ristoranti sull’orlo del precipizio che hanno bisogno non solo dei consigli esperti di uno chef come lui, ma di una bonifica generale; lo si vedrà infatti all’opera nel tentativo di risollevare le sorti dei ristoranti italiani in difficoltà. Nel frattempo e nonostante i suoi mille impegni, noi di Gilt Magazine siamo riusciti a intervistarlo, complice la moglie Cinzia…

E vi garantiamo che l’intervista è avvenuta davvero in via del tutto speciale!

Antonino Cannavacciuolo, veniamo subito al dunque: qual è il suo piatto preferito? E perché?
Pasta e fagioli, innanzitutto perché ho mille ricordi di mia nonna in cucina che con i suoi cocci sul fuoco già di prima mattina cucinava questo piatto, e poi perché mi piace veramente tanto.

Che cosa l’ha portata al nord…sul Lago D’Orta?
Sono approdato al lago per amore (di Cinzia, ndr) e per dar vita a una grande scommessa. Prendere in gestione, da solo, con una buona dose di incoscienza, una struttura come Villa Crespi, senza essere famoso, per esprimere la mia cucina. Oggi posso dire di averla vinta quella scommessa!

Dove ha imparato a cucinare?
Ho avuto la fortuna di iniziare molto presto. Mio padre insegnava alla scuola alberghiera di Napoli. Già a 14 anni, dopo la terza media, sono riuscito a entrare in alberghi a 5 stelle come il Vesuvio a Sorrento, La Sonrisa, il Quisisana di Capri.

Quando ha capito che sarebbe diventato il suo mestiere?
La passione per la cucina è cresciuta con me fin dalla mia infanzia, da quando ammiravo le creazioni di mio padre e le tavole imbandite della tradizione campana. Da qui un percorso continuo, esperienze professionali, crescita interiore e sviluppo del gusto per la realizzazione di una cucina che riesca a parlare di me e che permetta di esprimermi.

Alcuni criticano la cucina troppo elaborata, abbinamenti sofisticati dove i gusti a volte si confondono, e riescono ad apprezzarla solo alcuni…
Per me non esistono un pensiero o una ricerca precisa, realizzare una nuova ricetta o un nuovo piatto significa permettere alle mie idee di fuoriuscire e prendere forma …

Mozzarella di bufala e pasta di Gragnano, per Cannavacciuolo oltre a essere due ingredienti che identificano alcune delle sue ricette, cosa sono?
Il ricordo dei sapori e dei colori della tradizione campana, della mia infanzia.

La cucina stellata deve rispettare molte regole per essere considerata tale, senza entrare troppo nel tecnico. Dei 5 sensi quale è il più importante per lei?
Penso che il visivo sia il primo e quindi il biglietto da visita.

Stelle, Cappelli, Forchette: il suo ristorante li ha tutti. Che effetto fa essere così giovane e avere tutto ciò? E ora andare anche su Fox a condurre un programma.
Naturalmente mi fa piacere perché vuole dire che ho fatto e sto facendo bene il mio lavoro. Ed è uno stimolo a continuare così.

Quale chef le ha insegnato di più?

Mio padre, certamente. Più che insegnarmi, mi ha riempito di consigli, che ancora oggi uso con i miei ragazzi. Poi Nazzareno Menghini che mi ha fatto conoscere nuovi influssi, più europei, meno napoletani.

Quale chef, oggi, è un innovatore?
Chef innovatore? Massimo Bottura.

‘La gavetta’ abbiamo detto che ha avuto la fortuna di farla in alcuni dei più quotati ristoranti italiani e francesi. Chi vince tra Italia e Francia? C’é qualche altro Paese che per sapori e pietanze la ispira?
Durante la mia crescita vince la Francia per l’esperienza che mi ha donato nei miei anni di gavetta, mentre mi ispira molto il Giappone. L’Italia è fonte di ispirazione quotidiana per i prodotti, poi la tradizione e il grande patrimonio delle cucine regionali.

La chiave del successo in cucina, in brigata e nella vita? Sembra che lei l’abbia trovata, o comunque è sulla buona strada…La svelerebbe a noi di Gilt Magazine?
Determinazione, costanza e passione sono gli elementi che mi hanno portato a raggiungere quanto fin ora ottenuto.

www.hotelvillacrespi.it

(di Marianna Morandi)

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