James Doran Webb: quando la vita è arte

Provate a immaginare di vivere in una famiglia in cui, fin da bambini, si respira arte. In una famiglia che, un bel giorno, vi siede in macchina e vi porta a esplorare il mondo: Stati Uniti, Italia, Francia, Svizzera…e voi non siete altro che un ragazzino curioso e affascinato dal mondo che vi circonda. Una vita da film, vero? Eppure, c’è chi questa vita l’ha vissuta davvero; James Doran Webb, scultore britannico che da tempo risiede e lavora nell’isola di Cebu, nelle Filippine, insieme alla moglie sudcoreana e alla loro figlia.

Immerso fin dall’infanzia nel mondo dell’arte grazie ai genitori, James ha due grandi passioni: l’arte, appunto, e la lavorazione del legno. Già da piccolo inizia a produrre i suoi “pezzi”, fino a capire che la sua strada è proprio quella. Una strada che oggi l’ha portato a essere uno dei più conosciuti artisti del legno al mondo, grazie anche all’unicità delle sue tecniche e dei materiali utilizzati.

Non posso dire di aver seguito un vero e proprio percorso artistico “standard”. L’amore della mia famiglia per l’arte e i reperti antichi, le abilità di restauro di mia madre, i gialli che ho creato con mia sorella, la libertà di creare io stesso qualcosa di mio, fin da piccolo; questo è il mio percorso, che mi ha portato dove sono oggi – afferma James Webb – il primo animale che ho creato è stato per mia madre. Desiderava moltissimo un cavallo e un giorno mi sono imbattuto in un pezzo di legno che faceva al caso mio. Da quel momento, è iniziata una nuova avventura”.

Un’avventura che da oltre vent’anni ha per protagonista non solo lo scultore inglese, ma anche l’isola filippina di Cebu. “Sono arrivato nelle Filippine moltissimi anni fa, insieme a un amico, e sono rimasto. Il materiale per le mie sculture me lo regalano il mare e la natura di questo posto incredibile. Le mie sculture, infatti, sono fatte solo con legno che io recupero nelle mie escursioni. È un lavoro complesso, poiché devo trovare pezzi delle forme adatte per poter dare forma alla mie idee e trasformarle in opere monumentali. In vent’anni, posso dire che la natura mi ha dato molto qui”.

I giganteschi di Webb sono straordinariamente vivi, quasi che chi li osserva possa percepirne i movimenti e la tensione muscolare. La struttura che li sostiene è la parte fondamentale del lavoro di James Doran Webb, realizzata in acciaio così da poter poi lavorare il legno più facilmente, rinforzandolo dove serve.

Ma come ci si sente a creare opere d’arte tanto particolari e imponenti allo stesso tempo? James risponde così: “Certamente l’effetto “wow” fa parte del mio lavoro, è una conseguenza della grandezza delle mie sculture. Ma ciò che conta, per me, è il processo creativo, l’ispirazione, l’idea che prende forma nella mia testa, nei miei sogni, nella mia mente. Nulla mi dà la stessa sensazione che essere totalmente immerso nella creazione; potrei trascorrere le mie giornate anche solo parlando di un singolo pezzo della mia nuova scultura. Ci sono giorni buoni e giorni disastrosi, ma quando guardi la tua opera ed è esattamente come l’avevi immaginata e studiata…È una sensazione indescrivibile”.

A incantare il pubblico che ha l’opportunità di osservare le opere di Webb è, prima di tutto, la loro imponenza (persino la Regina Elisabetta è rimasta senza parole davanti ai monumentali stalloni scolpiti da James Webb), ma anche la capacità di sembrare vivi e in movimento. Un contrasto fortissimo, essendo sculture fatte con legno ormai “morto”.

James Doran Webb non è però solo un artista, bensì è molto attivo nella beneficenza; ha partecipato a diversi progetti che coinvolgono la comunità filippina. Attraverso il progetto 80.000 trees, nato nel 2012, Webb e i suoi collaboratori hanno già piantato quasi 30.000 alberi sulle colline dell’isola di Cebu, mentre con l’iniziativa Bantayan Crafts sono state aiutate numerose famiglie di pescatori duramente colpite dai tifoni che regolarmente, purtroppo, spazzano la regione.

Cosa riserva il futuro a questo artista e cittadino del mondo? “Andrò avanti a creare finché sarò in grado di farlo. Porterò avanti il progetto 80.000 trees e continuerò ad aiutare la comunità di Cebu, che con amore mi ha adottato 26 anni fa e mi regala ispirazione e doni della natura. Trascorrerò il tempo con mia moglie e la nostra bambina, che già si dedica alla pittura e alla creazione di piccoli pezzi suoi. Il meglio, insomma, è qui davanti a me”.

di Martina Porzio

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