Green Carpet Fashion Awards 2018: se fashion e luxury sono sostenibili

Moda come sinonimo di sfruttamento di risorse umane, animali e ambientali? Moda come sinonimo di superficialità senza etica, di sfarzo e lusso senza profondità? Tutti stereotipi destinati a scomparire di fronte all’avanzata di un mondo del fashion che nella salvaguardia dell’ambiente vede sempre di più un imperativo e una fonte di genuina ispirazione. Da una filosofia “green basata sulla sostenibilità della moda e delle sue produzioni nasce la Green Carpet Talent Competition della Camera Nazionale della Moda Italiana (CNMI), supportata dal The Bicester Village Shopping Collection by Value Retail, che sfida giovani designer di tutto il mondo a ridefinire, appunto, il concetto di sostenibilità nel mondo della moda, avvalendosi degli strumenti offerti dalla filiera italiana.

A giudicare i lavori dei numerosi designer che hanno partecipato all’edizione 2018, una giuria composta da nomi eccellenti e di fama mondiale: Edward Enninful, da poco più di un anno Direttore di Vogue UK nonché primo direttore uomo della testata, il celebre giornalista ed esperto di moda Derek Blasberg (in passato anche fashion consultant per Kaiser Karl Lagerfeld), ma anche la Fashion Director di Lane Crawford, Kelly Wong, la modella Petra Nemcova e il Presidente della CNMI Carlo Capasa, e ancora, la cantante Ellie Goulding, l’Ambasciatrice delle Nazioni Unite e la stilista Livia Firth, oltre a Desirée Bollier, Chair di Value Retail, tra i nomi più importanti nel mondo degli outlet e dei retail di lusso.

I cinque finalisti, attentamente selezionati dal panel di esperti che compone la Giuria, presenteranno le loro collezioni nel corso dell’evento che si terrà domenica 23 settembre, nella giornata conclusiva della Fashion Week, nell’iconica cornice del Teatro La Scala. Ma chi sono i cinque finalisti, annunciati il 3 luglio durante la settimana della Haute Couture di Parigi e capaci di attirare l’attenzione di nomi tanto importanti nel difficilissimo mondo fashion?

Behno è il brand fondato da Shivam Puniya, che ne è anche il direttore creativo, con l’obiettivo di combattere la povertà attraverso attività e canali imprenditoriali tradizionali e non. Alla serata finale presenterà un abito realizzato tramite la decostruzione – e successiva ricostruzione – di capi inutilizzati, combinati con seta biologica certificata GOTS di altissima qualità e con nylon rigenerato ECONYL® ottenuto da vecchie reti da pesca e tappeti.

Davide Grillo, classe 1993, ha una solida esperienza e formazione nel mondo del fashion design e della produzione di capi grazie agli studi condotti all’Istituto dell’Artigianato della Moda di Parma, approfonditi poi a Londra e Milano. Forte di passate collaborazioni con giganti quali Fendi e Dolce e Gabbana, ma anche dei successi ottenuti dalle collezioni realizzate finora, Davide Grillo porterà alla serata finale un look il cui pezzo forte è una mantella ricoperta di piume di seta tagliate al laser e tinte con processi naturali. L’abito è caratterizzato da ricami artigianali e disegni dipinti a mano con colori ricavati da materie di scarto quali il guscio di noce e la pelle delle cipolle, il tutto completato da paillettes tagliate a laser e ricavate dalle bottiglie di plastica.

Gilberto Calzolari, milanese, deve la sua formazione ai 15 anni trascorsi negli uffici stile di numerose e importanti maison (tra cui quella di Re Giorgio Armani), che gli hanno trasmesso l’amore per la qualità sartoriale e il miglior lusso Made in Italy. Il look che sarà presentato domenica 23 settembre prevede l’utilizzo di sacchi di juta precedentemente utilizzati in Brasile per il trasporto del caffè, e acquistati da Gilberto a Milano, al mercato dei Navigli. Alla juta si abbinano, in un riuscito accostamento, tessuti d’archivio e cristalli Swarovski “lead-free”.

WRÅD è un brand nato inizialmente come pagina Instagram con l’obiettivo di accrescere la consapevolezza del reale impatto ambientale, ma anche economico e sociale, della moda. Da laboratorio innovativo a marchio di streetwear, WRÅD è oggi sinonimo di innovazione sostenibile e moda a impatto zero reali. Tra i pezzi clou del look che si vedrà sul palco de La Scala, tessuti composti in fibra di menta e gonne dal grigio immediatamente riconoscibile, poichè ottenuto dalla polvere di grafite grazie all’esclusivo trattamento g_pwdr.

Teatum Jones è il brand di articoli femminili di lusso creato nel 2011 da Catherine Teatum e Rob Jones, con sede a Londra. La loro estetica, tanto moderna e raffinata quanto ispirata e basata sulle “storie umane”, gli ha permesso di vincere l’International Woolmark Prize for Womenswear nel 2016, e numerosi sono i riconoscimenti già ottenuti da questi giovani e talentuosi stilisti. L’abito che presenteranno è realizzato da Fil Coupé Made in Italy in poliestere riciclato e Lenzing Modal (tessuto a basso impatto ambientale derivato dal legno), rivestito in poliestere riciclato, e impreziosito da paillettes tagliate al laser realizzate con bottiglie d’acqua in plastica riciclata e dipinte con vernici pigmentate. Il cappotto, infine, è stato realizzato con stoffa Baoule Kente Ikat tessuta a mano, oltre che con i tessuti recuperati dall’archivio e dalla passata stagione.

Tutti e cinque i finalisti della competizione, incluso il vincitore del premio Franca Sozzani GCC Emerging Designer, avranno l’opportunità di partecipare al programma annuale di mentoring di The Bicester Village Shopping Collection di Value Retail, che permetterà loro di acquisire competenze globali in diversi campi, tra cui fashion, retail, gestione della supply chain, informazioni sui clienti, creazione del brand, turismo, marketing e distribuzione. Il vincitore assoluto, inoltre, avrà la possibilità di presentare la propria collezione alla Fashion Week di Milano nel febbraio 2019, con il supporto di CNMI.

Appuntamento a domenica 23 settembre, per una moda sempre più lussuosa, e soprattutto più green e sostenibile.

di Martina Porzio

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