X-Ray Fashion: il lato oscuro della moda a Venezia

Non solo cinema e red carpet a Venezia 2018. Alla 75° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica si accendono i riflettori su sostenibilità ed etica con XRay Fashion, in concorso nella sezione Virtual Reality, per far luce sulle ombre del settore della moda. Prodotta da Connect4Climate, il programma della Banca Mondiale per la sensibilizzazione sui cambiamenti climatici, e dalla Vulcan Productions di Paul G. Allen con il supporto di Alcantara S.p.A., azienda “Carbon Neutral” da sempre impegnata nella lotta ai cambiamenti climatici, l’installazione multisensoriale esplora l’impatto della moda sul clima e sui diritti umani nel mondo.

L’industria della moda è, infatti, responsabile del 20% delle acque reflue mondiali e del 10% delle emissioni di anidride carbonica globali. La moda, inoltre, è spesso associata a violazioni dei diritti umani quali condizioni di lavoro pericolose, orari pesanti e casi di moderna schiavitù. X-Ray Fashion svela il lato più oscuro di questa industria in un’installazione fisica di 49 metri quadri, dove il visitatore avrà occasione di seguire la vita di un capo di abbigliamento, dalla produzione alle passerelle dell’alta moda, fino alla distribuzione al consumatore e oltre, quando l’indumento verrà dismesso. Le sette scene del film consistono in immagini dal vivo a 360 gradi, che conferiscono una impressionante atmosfera foto-realistica. Il filmato, concepito dalle giovani menti di MANND e generato in ambiente CGI, permette allo spettatore di divenire parte della rappresentazione e vivere un’esperienza totalizzante, grazie all’applicazione di effetti poli-sensoriali che espongono al calore, al vento, agli odori e al movimento del terreno.

La storia di X-Ray Fashion si apre con una sfilata di moda in cui gli spettatori, avvolti dal glamour dei loro abiti, si mescolano con le modelle in passerella sotto la luce dei flash delle macchine fotografiche; una voce narra la testimonianza di un sopravvissuto al disastro di Rana Plaza, spiegando che in alcune parti dell’Asia il colore dei fiumi predice le imminenti tendenze della moda. È la voce dell’italiano Francesco Carrozzini, fotografo di moda e autore del celebre documentario “Franca: Chaos and Creation”, alla direzione del progetto virtuale. Carrozzini afferma: “Questo progetto mi ha attratto per il suo forte messaggio politico e la possibilità di sperimentare con la realtà virtuale. Ho lavorato nell’industria della moda per molti anni, ma ignoravo quale impatto avesse sulle persone e sul pianeta. È stata una delle esperienze più illuminanti della mia vita professionale. Spero che il film possa sensibilizzare il mondo sul tema e ispirare azione globale”.

Dai campi di cotone ai laboratori tessili che sfruttano la manodopera, fino alle discariche di vestiti usati, questo viaggio metterà in discussione il modo di pensare ai vestiti nei nostri armadi e alle scelte che facciamo, fornendo valore aggiunto al dibattito in tema di responsabilità dei consumatori e dell’industria per rendere questo mondo un luogo più sostenibile. L’installazione di realtà virtuale XRay Fashion sarà aperta al pubblico sull’Isola del Lazzaretto Vecchio dal 4 all’8 settembre.

di Giulia Minonne

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