Vivetta e l’élite anni ‘50

La cifra stilistica di Vivetta, marchio italiano nato nel 2008 per opera della designer Vivetta Ponti, è oramai conosciuta ai più: amore per il passato, in particolare per gli anni ‘50, ‘60 e ‘70, e per le bambole antiche si combinano con una femminilità finta ingenua e giocosa, ironica nei dettagli surrealisti. Uno stile adatto a donne contemporanee, che guardano alla moda con intento ludico e molta leggerezza.

Anche per la Primavera/Estate 2016, la collezione appena presentata alla Milano Fashion Week è ricca di questi elementi. Il successo di Vivetta è proprio la capacità di rinnovarsi, mantenendo saldi gli elementi distintivi e creando abiti sempre riconoscibili e facilmente ascrivibili al brand. Per la prossima stagione, questa forte identità viene espressa ispirandosi alle fotografie di Slim Aarons, artista americano famoso per aver immortalato donne dell’alta società internazionale di fine anni ’50. Gli abiti sono perfetti e molto signorili, le linee sono pulite e i colori sono i pastelli polverosi tipicamente bon-ton, tanto cari a quegli anni. Gli elementi decorativi rendono i capi contemporanei e divertenti, come i cigni simmetrici e i gatti tanto amati dalla designer, senza dimenticare i tipici colletti surrealisti ricamati con profili di volti e mani, leitmotiv del brand.

Il tessuto vichy, motivo ricorrente, si alterna ai fiori sempre presenti, seppur rivisitati: la vera novità, evidente nel tailleur pantalone ampio con giacca monopetto a tre bottoni e colletto stondato, è la visione prospettica del paesaggio molto dettagliata, che parte dai grandi fiori in primo piano sull’orlo dei pantaloni e della giacca, i quali si fanno sempre più piccoli salendo fino ad arrivare alla linea dell’orizzonte e al cielo. Il tema bambina/donna è ravvisabile anche in questo contrasto tra il soggetto tipicamente fanciullesco (che si ritrova spesso nei disegni dei più piccoli) espresso con la tecnica della prospettiva, più avanzata e complessa.

di Jessica Landoni

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