Tulle -à-porter

Alcuni raccontano mitiche storie che narrano di antichi greci coperti di mantelli in tessuto trasparente e veli leggerissimi trattenuti al capo da corone di fiori d’arancio. Altri invece, sostengono che furono le mani di sapienti tessitori francesi del ‘700, originari della città di Tulle, a intrecciare una stoffa dai piccoli fori esagonali, dando vita ad un tessuto che conserva ancora oggi antiche sensazioni di evanescenza e leggerezza: il tulle.

Ma se la genesi di questa stoffa sembra perdersi nella notte dei tempi, è certo che il tulle, con le sue gonne leggiadre come tutù di ballerine tutte a volant, è il protagonista indiscusso delle passerelle dell’Autunno/Inverno 2017-2018. Romantico, magico e dotato di un’eleganza senza tempo, il tulle diventa più leggero che mai, puntando sulle trasparenze e strabiliando con ricami elaborati e applicazioni esagerate.

Se nelle sottovesti del primo ‘900 questo tessuto impreziosiva la lingerie o creava volume per gonne più corte e scampanate, al contrario oggi la lingerie di tulle è visibile a tutti: gli stilisti scelgono infatti di mostrare capi intimi e assolutamente preziosi, come nel caso di Dior. La rete di tulle proposta da Maria Grazia Chiuri, con il suo fascino noir, vela con una patina misteriosa il look, e rivela, con le sue sofisticate trasparenze, parti del corpo femminile.

I tutù da ballerina di Elie Saab invece, lasciano il palcoscenico e si indossano di sera con pellicce e biker jacket, rigorosamente total black, o con maglioni dal tocco grunge, in un contrasto drammatico di texture per un look romantic dark. E se da un lato svela con sensualità il corpo femminile, dall’altro lo avvolge con delicatezza come un velo impalpabile: così il tulle copre la scollatura o le braccia nude, come nel caso delle proposte di Philosophy di Lorenzo Serafini.

Magico, impalpabile ed elegante; estremamente moderno pur senza perdere quell’allure fatata che lo rende così incredibilmente desiderabile. Più che un tessuto, un pezzo di cielo stellato. Non resta che sognare.

di Diletta Mazzotta

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