Ottavio Missoni: 60 anni di zig zag

 

Il 9 maggio si è spento, all’età di 92 anni, Ottavio Missoni, il fondatore di una delle case di moda che hanno reso il made in Italy un’eccellenza a livello internazionale. Se ne è andato proprio nell’anno in cui la maison da lui fondata festeggiava 60 anni di attività. Ma se lui ci ha lasciati, non ci lasceranno mai le sue creazioni e il suo famoso zig zag che hanno segnato la storia della moda.

Diventato stilista quasi per caso, in un periodo, quello del secondo dopoguerra, in cui tutto sembrava possibile, anche realizzare la tuta (la celebre Venjulia) che avrebbe indossato il team italiano alle Olimpiadi di Londra del 1948, Ottavio aprì la sua maglieria nel 1953 a Gallarate, insieme alla moglie. Una piccola officina che nel giro di poco tempo, grazie anche al supporto dell’editrice Anna Piaggi, diventò una casa di moda importante e apprezzata anche all’estero, tanto da ampliarsi e da trasferirsi a Sumirago nel 1969, dove ancora oggi ha sede l’azienda. L’apice della sua influenza nel fashion system la raggiunse negli anni Settanta quando conquistò anche gli Stati Uniti e il Medio Oriente. Negli ultimi anni il timone dell’azienda era passato nelle mani dei figli Luca, Angela e Vittorio (scomparso tragicamente in un incidente aereo in Venezuela lo scorso gennaio).

Se diciamo Missoni, subito ci viene in mente lo zig zag, il motivo geometrico che ha reso celebri le sue maglie donando loro un’allure etnica. Ottavio, definito il maestro del colore, creava con la sovrapposizione di puntifantasie e fili variopinti, delle vere opere d’arte che hanno poi caratterizzato anche la linea di design e arredo per la casa nata più recentemente. Questa mescolanza apparentemente casuale definita “put together” è diventata un marchio di fabbrica in grado di rendere i capi della maison inconfondibili e unici. Concepito in diverse varianti di colore e grandezza delle linee, lo si trova prevalentemente in orizzontale e oggi anche nelle fantasie stampate.

Una cifra di stile che è destinata a lasciare il segno per molti anni ancora, perché dietro ad Ottavio, grande uomo, c’è anche una grande famiglia di artigiani in grado di raccogliere questa grande eredità e valorizzarla.

 

 

(di Chiara Ferretti)

 

 

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