Gioielli, l’esclusività del design raccontata da Andrea Canna

Da tempo immemore vi è l’usanza di indossare oggetti considerati rari per acquisire maggior prestigio, rispetto e personalità. I primi ornamenti erano realizzati in materiali quali conchiglie, denti di animale e corna. Con il passare del tempo, la figura del gioielliere ha fatto propria la scoperta di nuove materie, che ha successivamente incorporato nelle sue creazioni, mentre i gioielli assumevano sempre più significati: dalla funzione estetica, al simbolismo religioso e superstizioso. Dalla levigazione delle pietre, alle vetrine luccicanti dei giorni nostri sono cambiate molte cose, ma da sempre il gioiello è sinonimo di bellezza ed esclusività.

Spesso si pensa ai gioielli solo in relazione alle grandi firme delle vie del lusso o alle creazioni presenti nelle teche brillanti delle boutique, dimenticando che alla preziosità di materiali e gemme pregiate si può aggiungere anche il tocco dell’unicità. Una creazione è definita senza uguali proprio perché è frutto dell’idea e dell’ispirazione di chi vuole indossare o donare un pezzo unico.

L’artigiano è la persona che grazie alle sue competenze e capacità dà forma a quanto immaginato dal cliente, il tutto attraverso un processo creativo che è fatto tanto di tecnica e manualità, quanto di relazioni umane.

Abbiamo chiesto ad Andrea Canna, orefice di terza generazione, di raccontarci come nasce un gioiello. Andrea lavora insieme al fratello Fabio nella gioielleria ed oreficeria novarese Andenna Gioielli 1940 (www.andennagioielli.com), attività avviata da Lino Andenna nel 1938 e tramandata di generazione in generazione sino a oggi, dove si continua a praticare l’arte orafa in modo tradizionale, secondo il principio di “artigianato” ma avvalendosi di sofisticate tecnologie moderne.

Parlando del processo di realizzazione, Andrea ci tiene a precisare che secondo il loro modo di lavorare è il rapporto con il cliente il fattore più importante: «È fondamentale creare una buona empatia ed un buon rapporto. Farlo sentire a proprio agio e libero di chiedere qualsiasi cosa abbia in mente, dalla più bizzarra a quella più semplice». Qualcuno si presenta con idee molto chiare sin nei minimi dettagli, cosa che accade soprattutto quando si tratta di realizzare un oggetto dal valore rilevante; altri mostrano un disegno fatto personalmente, oppure delle immagini. «Spesso la creazione avviene a più teste, quella del cliente insieme alla mia e a quella di mio fratello», in modo da poter affiancare il tocco esperto dei professionisti alla creatività del cliente. L’ideazione del design è forse la parte più preziosa, perché è il momento in cui un sogno comincia a prendere forma: « I clienti sono felici di poter realizzare qualcosa per se stessi o viceversa, di creare un dono per una persona speciale; inoltre, sono contenti poichè hanno la consapevolezza che in giro esiste, ed esisterà, solo quel gioiello. Noi nel modo più assoluto non replichiamo i gioielli che vengono richiesti dal cliente. Non sarebbe corretto».

La scelta dei materiali può essere fatta sia partendo da una pietra già in possesso dell’acquirente a cui si potrà cambiare montatura per ideare qualcosa di più moderno, sia utilizzando la base rivisitata di un gioiello già progettato o ancora, seguendo unicamente l’idea e l’estro del cliente per creare un gioiello davvero unico e particolare.

Ovviamente la moda influisce sulle scelte, anche in questo campo. «Ad oggi, il trend più in voga è l’utilizzo dell’oro rosa e dei diamanti neri, ma sono anche richiesti gioielli in oro bianco, prevalentemente con diamanti bianchi. L’oro giallo viene chiesto soprattutto per bracciali e collane di dimensioni importanti. Anche il tipo di gioiello cambia: fermacravatte e spille praticamente non sono più richiesti. Questo dipende dalla moda e dallo stile di vita delle persone».

Una volta che il design e i materiali sono stati scelti, l’artigiano si prende qualche giorno per progettare il prodotto. La progettazione a computer risulta utile soprattutto per le creazioni più complesse, mentre per lavori più semplici si ricorre alla lavorazione “a cera persa”, utile per produrre i campioni da far visionare. «Quando il cliente torna, cerchiamo di capire insieme se la nostra proposta coincide con la sua idea. La progettazione al computer è comoda perché il cliente potrà vedere in anteprima l’aspetto del suo gioiello. Un primo impatto visivo è infatti ottimo per capire se il gioiello piace o meno. Nei casi in cui non si riesca proprio ad immaginare l’oggetto finito, si ricorre alla cera, in modo da realizzare campioni che potranno essere provati. A volte realizziamo campioni in materiali meno pregiati – come argento e pietre sintetiche – per far capire meglio la resa finale». La realizzazione vera e propria avviene solo previa approvazione del cliente. «Il cliente è felice perché creiamo un pezzo tutto suo, su misura, ma anche introvabile nel mondo, come il suo pensiero e le sue idee, che sono del tutto uniche».

di Fabiana Althea Mazzariello

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