Appetiti di Maggio: collisioni fra moda e food

Maggio

Maggio ha un gusto tutto suo. Vive del desiderio di rifocillare mente e corpo per prepararsi a quella grande avventura che chiamiamo Estate. Si bea nell’incanto di una natura che esplode a vista d’occhio, ma al contempo ricerca piaceri più terreni, ritrovando la convivialità delle feste all’aperto. Gli occhi si riabituano ai colori scintillanti, e così fa il palato, che risorge definitivamente dal torpore invernale e vuole scoprire ciò che è inusitato, inesplorato, inaspettato.

È così che a Maggio moda e cibo entrano in collisione. La mente non scinde più appetito filosofico e pulsione corporea: siamo pronti a ricomporre la nostra personalità destrutturata dal freddo per raggiungere un’estasi sensoriale che nessun altro mese può regalare.

Il cibo entra dirompente nella mecca dell’estetica. A partire dalla capitale italiana della moda, Milano, che vede frantumarsi i confini fra ciò che si mangia con gli occhi e con la bocca. Dal 2 all’8 Maggio arriva infatti la decima edizione della Milano Food Week, la kermesse che mette nel piatto gusto e bellezza. Sì, perché le creazioni presentate da ospiti d’onore quali Carlo Cracco, Davide Oldani e Andrea Berton non sono soltanto un coacervo di materie prime d’eccellenza, ma anche un trionfo di food design d’autore.

Ad accompagnare la settimana di meraviglie enogastronomiche ci saranno eventi dedicati a imprenditori e professionisti dell’agroalimentare (Mapic e Tuttofood) e summit sull’innovazione e la sostenibilità. Uno su tutti: Seeds&Chips, che mette in agenda dibattiti su ciò che è buono e ciò che è equo con protagonisti quali Susan Rockefeller, Kerry Kennedy e Alec Baldwin.

Se si parla di connubio fra impegno sociale, arte del buon cibo ed estetica sopraffina, è impossibile non nominare Massimo Bottura, già miglior chef del mondo nel 2018 e inserito da Time tra le 100 persone più influenti del pianeta. Non è un caso che sia stata proprio Gucci, azienda italiana che sta trainando il mercato fashion mondiale, a sceglierlo per la nuova veste del suo Gucci Garden a Firenze.

Un incontro, quello fra eminenze gastronomiche e Maison blasonate, che sta sempre più esplodendo, in Italia e nel mondo. Basti pensare alla leziosa pasticceria Marchesi 1824, aperta a Milano e Londra da Prada in collaborazione con Gualtiero Marchesi. O a Kvadrat, il ristorante che Raf Simons e l’omonimo brand di design danese hanno tenuto aperto a Milano durante l’ultima edizione della Design Week.

C’è poi chi spinge la commistione ancora più in avanti, creando uno spazio di ristorazione a immagine e somiglianza (e a servizio) del proprio brand. È il caso di Tom Dixon, che al The Manzoni, inaugurato a Milano lo scorso Aprile, fa nascere uno spazio dove shopping e cucina si fondono: tutti gli oggetti all’interno sono acquistabili, magari mentre si sorseggia un afternoon tea tanto British quanto lo stesso designer.

E se la deliziosa dinamica si inverte? Se è il food a entrare nell’oggetto moda? Allora il mondo si tinge di colori pop e di rimandi più o meno scherzosi a marchi che hanno fatto la storia del gusto. Lo sanno bene Dolce & Gabbana, che già nel 2000 vestivano le bottiglie Martini e che in tempi più recenti hanno dato vita a creazioni very Sicilian con Smeg, Di Martino e Fiasconaro.

Sventola con fierezza il tricolore del prodotto italiano anche GCDS, che crea una capsule collection con protagonista uno degli emblemi delle tavole nostrane: la pasta Barilla, il cui logo è ripensato per l’occasione in tinta fucsia su felpe e cappelli. Che sia un invito ad immaginare una famiglia tradizionale fuori dagli schemi?

A giocare con un’icona della cucina italiana ci pensa anche Philipp Plein: i Pizza Boys della sua nuova collezione in edizione limitata sono tutto tranne che timidi fattorini della pizza. Lo stile da motociclista si sposa a stampe all-over, teschi, cristalli e, ovviamente, pizze, che diventano per l’occasione vere e proprie creste punk.

Questa caleidoscopica reinvenzione dei cibi più elementari sembra anticipare le tendenze che invaderanno la tavolozza dei colori 2020. Un misto di organico e inorganico, di texture derivanti dalla natura e di luminescenze artificiali, fra scaglie e membrane cellulari, polimeri e metalli. È il rimpallo fra il gusto essenziale e l’elaborazione funambolica, fra le radici umane e il progresso tecnologico.

Una commistione fra antico e ultramoderno che sembra incarnata dal personaggio forse più emblematico di questo Maggio: Daniela Soto-Innes, la miglior cuoca del mondo, che parla di integrazione mentre cucina i piatti della sua infanzia e fa strage di likes su Instagram. Nel suo Cosme a New York, la chef messicana propone creazioni tanto semplici quanto potenti: tamales, quesadillas, chipotle. Il suo segreto per far apparire magiche ricette che arrivano addirittura da sua nonna? Lo svela lei stessa: è la felicità.

E felicità, per gli occhi, per il palato, ma soprattutto per il cuore, è quella che vi auguriamo per questo Maggio. Non fate venire meno l’appetito, siamo solo all’antipasto. Buona lettura!

 

di Martina Faralli

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