Lacci: la storia di una famiglia che attraversa due generazioni

Lacci

Lacci: il film di apertura nella settantasettesima edizione del Festival del Cinema ha ricevuto un plauso da pubblico e critica

La Mostra del Cinema di Venezia ha aperto con Lacci, film fuori concorso di Daniele Luchetti, regista conosciuto soprattutto per opere quali Mio fratello è figlio unico e La Nostra Vita. É la prima volta dopo anni che il Festival veneziano proietta un film italiano in apertura, e le aspettative non hanno deluso il pubblico che, fuori dalla Sala Grande, ha espresso pareri lusinghieri a riguardo.

La Trama

La pellicola è ambientata nei primi anni Ottanta a Napoli, dove vive una giovane coppia di sposi: Aldo e Vanda, il cui matrimonio entra in crisi quando lui le comunica di esserle stato infedele. Trent’anni più tardi, la coppia è ancora sposata e, nonostante anni di incomprensioni e infedeltà, conduce una vita apparentemente tranquilla. L’adattamento cinematografico al romanzo di Domenico Starnone (eletto dal New York Times come uno dei 100 migliori libri del 2017) indaga su personaggi nei quali è difficile non immedesimarsi, che provano sentimenti reali e quotidiani.

La pellicola approfondisce inoltre una storia familiare di due generazioni, poiché sui figli, interpretati da Giovanna Mezzogiorno e Adriano Giannini, riecheggeranno gli errori passati dei genitori. Lacci è un’opera sulle forze segrete che ci uniscono. Non è solo l’amore a legare le persone, ma anche ciò che resta quando l’amore non c’è più. Si può stare assieme per rancore, nell’odio, nella vergogna, nel folle tentativo di tener fede alla parola data. Il film racconta i danni che l’amore causa quando ci fa improvvisamente cambiare strada e quelli peggiori di quando smette di accompagnarci.

Perché andare a vederlo

Dopo l’apertura della Mostra del Cinema di Venezia, Lacci arriva nelle sale italiane dal 1 ottobre, il film interpretato da Alba Rohrwacher, Luigi Lo Cascio, Laura Morante, Silvio Orlando, Linda Carli, oltre che i sopracitati Giovanna Mezzogiorno e Adriano Giannini, merita di dedicarci una visione per l’intensa carica emozionale che, nonostante la drammaticità degli eventi, viene declinata da Lucchetti con sapienza ed equilibrio, non sfociando mai in ostentazione.

 

di Emanuela Bruschi

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