La nuova scommessa di Altaroma

Altaroma

Altaroma 2019: in mostra più di 100 designer

La settimana della moda capitolina effettua evidenti modifiche e torna nelle vesti del perfetto incubatore di talento giovanile. Il PratiBus District ospita la nuova edizione di Altaroma 2019, all’interno della quale non sembra esserci nemmeno il nome di un grande brand. L’evento moda romano assume tratti definiti di talent scouting, e dal 4 al 7 luglio vede in mostra più di 100 designer, tra italiani e internazionali, insieme agli studenti delle accademie di moda; tutto rappresentato nella perfetta sintesi grafica dell’immagine-icona creata da Anastasia Chernyavska.

“The Dawn of Romanity” di Fendi

Un grande nome c’è, Fendi, e anche se fuori calendario, Altaroma sceglie di presentare la Collezione Couture F/W 2019-2020 sul Colle Palatino della sua città natale, e lo fa per commemorare Karl Lagerfeld. La collezione, “The Dawn of Romanity”, vede in passerella 54 look, uno per ogni anno di direzione artistica del designer, e i modelli più rappresentativi sfilano insieme ad altri decisamente più inediti, unione di tradizione e innovativa creatività.

Non si smentisce quindi Fendi, e mentre continua a dimostrare la sua gratitudine per Karl Lagerfeld, procede nel sostenere progetti di tutela culturale: unico grande brand davvero impegnato da anni nella tutela dell’arte e della cultura, poco importa se passi dai capi d’abbigliamento o dalle rovine della città eterna. In tal senso Fendi rinnova, dopo il restauro della Fontana di Trevi, il suo impegno culturale finanziando i lavori di restauro e valorizzazione del Tempio di Venere, sul Palatino, per 2,5 milioni di euro.

Talent Scouting ed esplorazione

Fendi resta però fuori dal calendario della moda capitolina, quasi a suggerire sempre di più che l’identità della kermesse sia quella di incubatore di talenti. Così, all’interno del distretto industriale di Viale Angelico 52, ci si concentra nel sostenere giovani emergenti, con particolare attenzione alla formazione, ai giovanissimi e alla grande partecipazione delle accademie, a discapito dei grandi – evidentemente assenti – come Balestra.

Altaroma come piattaforma giovanile e vetrina dell’arte senza preferenza settoriale alcuna, ma intesa anzi come perfetta mescolanza. Selezione come parola d’ordine però, perché se Roma sa essere immensa e ricca, Altaroma non è da meno. I partecipanti all’evento sono tantissimi, ci sono alcuni nomi e collaborazioni che meritano un’attenzione diversa, un po’ perché nuovi (finalmente!) e un po’ perché davvero emergenti. Il legame tra Roma e l’Haute Couture viene raccontato con la sapiente artigianalità di Sylvio Giardina, che presenta il 5 luglio “monocromo”. Insieme a lui, Sabrina Persechino, un nome davvero tutto nuovo, che fa sfilare la sua pret-à-couture per il prossimo inverno intitolata “be sign”.

Italo Marseglia, classe 1990, ha come focus il riciclato unito alle nuove tecnologie per la lavorazione dei materiali. Merita attenzione la nuova silhouette di Marseglia, che combina lingerie vittoriana con simboli del mondo fetish e dark. Ci si sorprende della presenza della musica e la davvero interessante mescolanza tra musicisti e modelli. Infatti, oltre a curare la sfilata di Marseglia ad Altaroma, la band capitolina, i Mòn, sfilerà il 6 luglio a conferma del fatto che non esistono reali categorie artistiche e ancor meno limiti tra queste. I Mòn: partiti da uno scantinato romano nel marzo 2014, iniziano come band indie-folk ma da un po’ esplorano nuove sonorità. Sarà molto, molto, interessante vederli sintonizzarsi con la moda di Marseglia facendogli da colonna sonora.

Altaroma, tra manifestazioni e progetti

Tornano progetti come Who is on Next, storico scouting project per giovanissimi talenti, insieme con la A.I. (Artisanal Intelligence), dove la creatività incontra la tradizione e dove quest’anno l’Exhibit intitolata “The Shape Of Water” ruoterà attorno al tema della “nascita e rinascita dello stile nell’acqua”. La Portfolio Review, dove talenti emergenti posso entrare in contatto e raccontare progetti a massimi esperti del settore come Sara Maino e Simonetta Gianfelici, fa il suo ritorno insieme alla Fashion Digital Night, evento per la moda intelligente e sostenibile.

Infine, confermato anche il format di Showcase: progetto espositivo di 70 creativi, dedicato a brand emergenti di capi e accessori. Ma se un giusto tono critico va elaborato, deludono le sfilate collettive di Rome is my runway, dove i brand non avranno una vetrina singola bensì condivisa. Potrebbe rivelarsi un punto di forza e novità – forse, sì – ma per adesso sembra un passo indietro soprattutto per gli investimenti che la maggior parte dei brand ha fatto nella società per azioni Altaroma.

A priori si percepisce l’assenza dei grandi nomi quest’anno, alcune delle scelte non sembrano esattamente volute ma forzatamente prese per motivi organizzativi o potenzialmente economici; c’è da dire però che Altaroma ha evidentemente potenziato i contenuti stilistici. Così, l’assenza dei grandi e l’inspiegabile novità delle sfilate che da singole diventano collettive, potrebbero regalare all’evento moda capitolino il giusto taglio organizzativo e soprattutto il giusto cavallo su cui puntare: i giovani talenti emergenti.

 

di Camilla Stella

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