Dal 27 Ottobre al cinema con Pif: intervista a Stella Egitto

Nelle sale dal 27 Ottobre, Stella Egitto, giovane, bellissima, ma soprattutto talentuosa attrice, ci racconta una storia d’ amore, di guerra, di mafia e di molto altro. In questa intervista, Stella si svela nel suo percorso che l’ha portata al successo. Mi prendo cura di me ascoltandomi. Dal teatro, sino al grande schermo, passando per la televisione: un’intervista che non tralascia curiosità personali.

In guerra per amore”. Storia di amore, di guerra, di mafia. Pierfrancesco Diliberto torna sul set con un film sulla scia del successo di “La mafia uccide solo d’estate”. Cara Stella, com’è stato lavorare con Pif? Siamo abituati a vederlo in tv, sempre sorridente, ironico, spontaneo. E sul set?

Pif è una figura magica,come magico è stato il nostro set. È un regista attento e delicato, che letteralmente mi ha presa per mano e accompagnata nel percorso del mio personaggio nel suo immaginario e nella storia. È divertente e leggero quanto fermo ed autorevole, è pieno di specificità come solo chi possiede una fortissima autorialità.

Nata a Messina il 6 Ottobre 1987, ti trasferisci diciottenne a Roma per intraprendere la tua carriera, per inseguire un sogno. Che cosa ti ha spinta ad allontanarti dalla famiglia e buttarti in questa nuova ed ambiziosa avventura?

La vita che al momento ci è data conoscere è una sola e non possiamo sbagliare, abbiamo il dovere di ascoltarci, sempre. Sono partita da sola e giovanissima per trovare la mia strada, e provare a farlo in questo mestiere, che altro non è che una passione attraversata e messa in pratica, era un’urgenza che non potevo mettere a tacere. Da qui il coraggio di rischiare.

Sei giovane, ma hai alle spalle un solido percorso di formazione che ti vede protagonista a teatro, al cinema e in televisione. Candidata al prestigioso premio L’Oreal. Quali sono, oltre alle doti naturali, le caratteristiche che senti ti appartengono e che ti hanno permesso di avere successo?

Penso di essere una persona empatica, e questa empatia credo di regalarla ogni qual volta mi metto a lavoro. Attraverso le scritture e mi faccio attraversare, non mi risparmio, mi sporco, non abbasso mai lo sguardo e lascio che qualunque personaggio che vado a interpretare si incontri prima con la mia pancia che con tutto il resto. Non mi proteggo, non ho tessuti impermeabili e non proteggo le mie emozioni. Le lascio agire e interagire con l’altro.

Un ruolo che hai interpretato cui sei particolarmente affezionata?

In assoluto questo ruolo meraviglioso nel nuovo film di Pif, ma non posso svelarvi molto, vi invito peró al cinema a vederlo dal 27 Ottobre!

Che cosa significa prendersi cura di sè? Tu come lo fai?

Mi prendo cura di me ascoltandomi. Ascolto quello di cui ho desiderio o necessità, e mi muovo di conseguenza. Pratico yoga kundalini da due anni con costanza e mi muovo in bici quando posso. Mi coccolo con quello che mi piace e mi fa stare bene.

Quattro abiti per quattro stagioni a partire dall’estate.

Estate : gonna morbida rigorosamente a vita alta e canotta

Autunno : gonna morbida e giacca di pelle

Inverno : cappottoni e cappelli

Primavera : abitini morbidi

A teatro, si sa, il contributo dei costumisti è molto importante per lo spettacolo e per gli attori. Esiste in qualche caso una vera e propria sinergia tra interpreti ed abiti di scena. Ci racconti un vestito che ti è rimasto impresso?

Il costume regala tanto a un personaggio: lo educa nella postura, nell’ampiezza dei gesti, nel portamento. Sto lavorando proprio in questo periodo a Re Lear di Shakespeare, e il giorno in cui è arrivato il costume lo ricordo con la sensazione di un completamento estetico fondamentale ad infondermi quella “regalità” che stavo cercando in prova.

Shopping: ti piace farti supportare nelle scelte o sei autonoma?

Sono autonoma ma mi faccio consigliare volentieri: qualunque consiglio è ben accetto a patto che non si perda la mia identità!

C’è una persona di cui non potresti fare a meno nel lavoro e nella vita? Un familiare, un amico, ma anche qualcuno che ha rappresentato un punto di riferimento importante per la tua carriera?

Mia madre è l’amore più grande della mia vita. Mi ha sempre supportata, sostenuta e seguita in ogni mio passo. È il mio punto di riferimento più alto, il mio esempio. Mi è sempre stata accanto con assoluta discrezione ed estrema dolcezza, e mi ha insegnato a vivere. Tanto del mio bello lo devo a lei.

Aspetti positivi e aspetti negativi del nostro Paese.

Viviamo in un Paese intriso di arte e di bellezza, con un potenziale altissimo ma, purtroppo, per niente ben sfruttato.

E per concludere: un sogno da realizzare.

Sogno di potere continuare a scegliere, sogno di potere continuare a crescere nella responsabilità dei ruoli che mi vengono affidati e sogno di esserne sempre di più all’altezza.

di Giulia Hansstein

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